Home Puglia Bari Bari, i punteggi per la gara decisi con ‘Sigi’: «Antò, falla anomala»

Bari, i punteggi per la gara decisi con ‘Sigi’: «Antò, falla anomala»

lerario

Le relazioni personali e confidenziali tra i “pubblici ufficiali” e gli imprenditori beneficiari degli appalti. Sono il nodo che lega, come evidenziano Procura e gip, la gestione della Protezione civile regionale, tra il 2019 e il 2021. Sono gli anni di Mario Lerario, dominus di una “ricorrente irregolarità nelle procedure di affidamento” di quegli appalti, racchiuse nella maxinchiesta appena conclusasi formalmente.

Gli indagati e le accuse

Antonio Mario Lerario, Antonio Mercurio, Felice Antonio Spaccavento, Vito De Mitri, Francesco Girardi, Vito Vincenzo Leo, Andrea Barili, Domenico Tancredi, Sigismondo Zema e Alessandro Goffredo Nuzzo sono accusati, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti. I fatti contestati sarebbero stati commessi tra maggio 2019 e novembre 2023.

La ricostruzione

È nei numerosi atti giudiziari, incluso l’ordinanza con cui il gip ha respinto l’ultima richiesta di arresto formulata dalla Procura, che si ricostruisce la trama dei rapporti clientelari e affaristici della rete di amici di Lerario e del suo correo, il funzionario regionale Antonio Mercurio. Il gip si sofferma, in particolare, sugli appalti affidati a Sigismondo Zema, (meglio conosciuto in città come “Sigi”), titolare della omonima ditta individuale e rappresentante legale della Demetrio Zema srl unipersonale; a Domenico Tancredi, in qualità di referente della Neos Restauri srl (già Tancredi Restauri srl); Alessandro Goffredo Nuzzo, socio della Pulisan srl e sino al 9 gennaio 2023 rappresentante legale. I tre, tra i 10 ai quali è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari, sono accusati a vario titolo di turbativa d’asta, corruzione e falso in atto pubblico.

La gara per la “cucina”

Singolare appare, per Procura e gip, il fatto che Sigismondo Zema abbia partecipato personalmente alla fase di valutazione della sua stessa offerta (avendo saputo molti mesi prima dell’appalto per l’allestimento della mensa del Consiglio regionale), come testimoniano le intercettazioni ambientali, grazie alle microspie piazzate nelle stanze dalla polizia giudiziaria.
“Falla Antò, falla anomala”

Il 28 ottobre 2021, nell’ufficio di Mercurio si svolge la valutazione dell’unica offerta pervenuta (dopo che, secondo la Procura, Zema aveva bloccato le altre) e l’attribuzione dei punteggi. È presente, irritualmente, lo stesso “candidato” che, addirittura, dà indicazioni sulla procedura:

Mercurio: «Stiamo valutando quell’offerta tecnica di un certo Demetrio Zema, stavamo vedendo una relazione a cazzo fatta …».

Zema: «Cazzo dici mò! Ho fatto una relazione che non finisce mai…».

M.: «Sette pagine (ndr, ride)».

E poi, dopo aver concordato i punteggi relativi alle varie sezioni dell’offerta, tra risate e battutine, Mercurio conclude: «Allora, hai preso 42 punti su 70, così …». Ma Zema non si accontenta e si raccomanda: «Falla Antò, falla anomala che veramente facciamo lite per sempre…». Lo rassicura Mercurio: «No, già non è anomala, già non è anomala».

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