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Bari, mense scolastiche comunali: il Tar Puglia prende tempo. Udienza rinviata al 6 dicembre per la trattazione

Non c’è fretta, per i giudici del Tar Puglia, e rinviano a dicembre. Non si è tenuta l’udienza cautelare per discutere il ricorso presentato dai legali della Ladisa Ristorazione (i professori Aldo Loiodice, Bernardo Mattarella, e gli avvocati Luigi d’Ambrosio, Michelangelo Pinto e Pasquale Procacci) contro la gara per il servizio di ristorazione scolastico comunale, provvisoriamente aggiudicata al raggruppamento temporaneo di imprese Cooperativa di solidarietà e lavoro scarl e Vivenda spa.

I giudici amministrativi hanno ritenuto di saltare la fase cautelare, dal momento che il servizio è stato assicurato in proroga fino al 30 giugno, data presumibilmente di termine delle attività scolastiche. E hanno fissato al 6 dicembre, dinanzi alla seconda sezione, la trattazione del ricorso.

Un tempo abbastanza lungo per ipotizzare che nel frattempo qualcosa si muova. Sono trascorsi infatti quasi tre mesi dal 17 gennaio, quando la valutazione delle offerte dal punto di vista tecnico-economico, ha collocato come prime in graduatoria Cooperativa di solidarietà e lavoro scarl e Vivenda spa. Tre mesi durante i quali la Ladisa ha evidenziato con numerose note al Comune di Bari due grosse anomalie, riportate poi nel ricorso al Tar: la prima è l’incapacità e inadeguatezza della commissione giudicatrice che, secondo quanto previsto dallo stesso bando, sarebbe dovuta essere composta da esperti. Al contrario, sostiene la Ladisa Ristorazione, i tre componenti, si sono dichiarati incapaci di valutare un elaborato presentato ad integrazione di un requisito, che è stato così eliminato, rendendo di fatto monca l’offerta stessa.

La seconda relativa alla richiesta fatta dalla Ladisa di rimozione del Rup dal proprio incarico, dopo aver accertato (e confermato dallo stesso funzionario, in una nota del 31 gennaio scorso) che si era incontrato più volte, a gara ancora aperta, con i vertici del Rti per, era stata data come motivazione, avere chiarimenti tecnici che il Rup avrebbe fornito nei diversi incontri, dei quali non esiste traccia scritta.

Una condotta che, a parere della Ladisa viola le «elementari regole di trasparenza, imparzialità e buon andamento», in una fase in cui «dovevano ancora svolgersi operazioni decisive per l’esito finale, quali la verifica di anomalia e quella dei requisiti autodichiarati in sede di gara, di stretta competenza dello stesso Rup». Tre mesi già trascorsi, durante i quali il sindaco Antonio Decaro non ha risposto nemmeno alla richiesta di chiarimenti avanzata dai vertici di Ladisa Ristorazione.

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