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Bari, piazza Umberto invasa da siringhe, ventilatori e falò di rifiuti. Le pulizie? Toccano ai giardinieri

Ore 11.45, mancano solo gli ultimi quattro rettangoli di terreno, nemmeno i peggiori dopo i quattro furgoni carichi di rifiuti già portati via. C’è un ventilatore, uno zaino impilato, bottiglie di Peroni e di acqua, una di limonata.
Cumuli di carte, escrementi umani, una rastrelliera di plastica sulla quale prende sole un paio di scarpe e una borsetta, monticelli di quel che resta dei falò notturni. È piazza Umberto, terra di nessuno e di tutti, dei turisti che “entrano” nel salotto buono della città, via Sparano, dopo aver attraversato piazza Roma, altro buco nero di degrado e paura, dove gli homeless frugano nella spazzatura. Terra, soprattutto di gruppi di extracomunitari che spacciano, si drogano e ci fanno nottata.

I giardinieri spazzini

Sono le 11.45 e la squadra della Multiservizi, incaricata di manutenere i giardini, di sfoltire aiuole, decespugliare, ripulire bordi dalle erbe infestanti, curare le panchine, sta invece ultimando le pulizie della terra di nessuno. Poco lontano “vigila” un’auto della polizia municipale, che poi si allontana. Sono in quattro e tra le mani non hanno cesoie, ma rastrelli che usano per raccogliere quei rifiuti che, evidentemente, chi doveva ripulire ha invece dimenticato, ha omesso. A ognuno il suo, si immagina. E cioè: Amiu pulisce, Multiservizi cura il decoro urbano, come stabilisce la convenzione con il Comune di Bari. E invece no. Perché ieri, come molte altre volte, per sette ore, dalle 5 del mattino a mezzogiorno, i quattro dipendenti della Multiservizi hanno raccolto rifiuti, riuscendo anche a sistemare qualche aiuola. Piazza Umberto, se ti guardi attorno, per qualche ora è un bel posto.

La sicurezza

Nell’andirivieni di turisti appena arrivati a Bari, con le valigie colorate al seguito e gruppi di ragazzi che si spostano con i bus in partenza da piazza Moro, durante le ore del giorno piazza Umberto sembra meno pericolosa. Ma quando il via vai si affievolisce, quando si fa sera, torna ad essere terra di nessuno, o di tossicodipendenti. E allora, chi ci vive, chi la deve attraversare, ha paura. Sono anni che i residenti chiedono un intervento risolutivo, di poter tornare a casa senza accelerare il passo e rischiare di essere accoltellati per pochi euro. Gli extracomunitari, quelli che la notte accendono i falò, bevono e urlano, sono sempre lì. La mattina passano i giardinieri a pulire.

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