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Comunali a Bari, parla Laforgia: «Primarie tra me e Leccese? Mi rimetto alla coalizione ma resto contrario»

«Le primarie? Non sono condivise da componenti essenziali della coalizione e la mia opinione in merito è confermata, ma siamo a quattro mesi dalle elezioni comunali e un metodo per misurare la rappresentatività e l’inclusività dei candidati bisogna pur trovarlo. E io accetterò qualsiasi decisione, purché condivisa»: Michele Laforgia, fondatore dell’associazione “La Giusta Causa” e candidato sindaco di Bari, chiarisce la propria posizione in vista del voto di giugno.

Avvocato, ieri all’assemblea dell’associazione era presente anche il suo “sfidante” Vito Leccese: lei è rimasto sorpreso?

«Niente affatto. Leccese era stato invitato e noi speravamo che fosse presente perché, soprattutto in questa fase, è indispensabile moltiplicare le occasioni di confronto. Quindi ho molto apprezzato la sua partecipazione e la sua disponibilità al confronto pubblico».

Però lei non ha partecipato al tavolo del centrosinistra di venerdì…

«Si trattava di un incontro preliminare tra le forze politiche ed era giusto che queste fossero libere di discutere senza condizionamenti. Tanto è vero che nemmeno Leccese era presente. Al prossimo incontro, però, sarò presente».

Per preservare l’unità, la coalizione è chiamata a scegliere tra lei e Leccese. Come metodo di scelta il Pd propone le primarie alle quali lei è da sempre contrario: la sua opinione è confermata?

«Premessa: a Bari c’è la possibilità di costruire una coalizione con tutte le forze alternative alle destre e non coglierla sarebbe un errore catastrofico. Detto ciò, ritengo che le primarie non siano un metodo adeguato per la scelta di un candidato sindaco anche perché sono ormai nelle mani non dei partiti ma di gruppi clientelari. E poi le primarie sono state scartate dalla Convenzione e dal Movimento Cinque Stelle, componenti essenziali della coalizione: se l’obiettivo è quello di allargare e non di dividere il centrosinistra, a Bari le primarie non si faranno».

In passato, però, lei ha detto che avrebbe valutato le primarie dopo la definizione del perimetro della coalizione. Ora le posizioni sono sufficientemente chiare, non trova?

«Se dobbiamo misurare il grado di rappresentatività e di inclusività del sottoscritto e di Leccese, serve un metodo condiviso da tutte le forze della coalizione. La mia opinione sulle primarie è confermata. Siamo però a quattro mesi dal voto e quel metodo bisogna pur trovarlo. Io accetterò qualsiasi sistema, purché condiviso da tutte le componenti del centrosinistra. E le primarie, ripeto, non sono condivise da componenti essenziali della coalizione».

L’alternativa può essere il confronto diretto tra lei e Leccese?

«Il confronto è necessario, ma non sufficiente. Noi abbiamo dato l’esempio invitando Leccese all’assemblea. Spero che il Pd faccia altrettanto. È bene evitare prove muscolari e, nello stesso tempo, stimolare il confronto pubblico e trasparente tra i candidati».

Intanto lei ha parlato della designazione di Leccese come di un editto: non crede che questo possa aver inasprito il confronto col Pd?

«Non è un editto il fatto che il Pd indichi un proprio candidato. È un editto, invece, il fatto che il Pd indichi un proprio candidato invitando gli altri a fare un passo indietro per senso di responsabilità. Ciò è inspiegabile e inaccettabile, io non faccio passi indietro. Un elemento positivo, però, c’è e sta nel fatto che la designazione di Leccese ha finalmente aperto, nella coalizione, una discussione che finora era mancata».

Non teme che il Pd possa non sostenerla alle elezioni?

«Non mi sento avversario del Pd, sebbene non mi spieghi questa affannosa ricerca di un candidato alternativo a me. Escludo categoricamente che il Pd possa non sostenermi, in caso di mia candidatura a sindaco, così come escludo che le forze della Convenzione possano non sostenere Leccese, nell’ipotesi in cui la scelta ricadesse su di lui».

Il M5s ritiene Leccese troppo in continuità con Decaro: che cosa ha funzionato e che cosa, invece, va cambiato di quest’ultima amministrazione?

«Il M5s è attualmente all’opposizione e aveva chiesto al Pd di indicare un candidato che non fosse parte integrante dell’amministrazione uscente. Condivisibile o meno, si tratta di una posizione coerente. Quanto all’esperienza di Decaro, Bari è diventata un modello positivo a livello nazionale per il welfare. Su altri temi, invece, serve un cambio di passo. Penso al piano regolatore, che dopo vent’anni di amministrazione del centrosinistra non è stato ancora approvato, alle politiche ambientali in senso lato, ai trasporti. Tutti questi temi, tra l’altro, hanno un impatto diverso sulle varie parti del territorio. E non c’è dubbio che certe carenze penalizzino maggiormente le periferie. Ecco, bisogna impegnarsi per una città più giusta e meno diseguale».

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