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Costa Ripagnola, la replica degli attivisti: «Nessuna spaccatura. La nostra battaglia è per il paesaggio»

«Nessuna spaccatura ma necessità di rimanere con i piedi per terra». Lo precisano gli attivisti dei gruppi ambientalisti “Gabbiani di Costa Ripagnola” e “I pastori della Costa”. Dopo anni di lotte contro la costruzione di un resort sul versante nell’area di Polignano nord, che ospita antichi trulli vista mare, i due gruppi che, come tengono a specificare, sono stati impegnati fin dall’inizio nella battaglia a difesa del paesaggio e del prezioso bene architettonico, mettendoci la faccia e finanziando ricorsi, vogliono rimanere con i piedi per terra e, per questo, lasciano aperta qualsiasi possibilità che possa tutelare i trulli.

«Non si può parlare di spaccatura – spiega l’avvocato Ascanio Amenduni, che sta curando anche la parte penale dei ricorsi – perché le associazioni non hanno lo stesso background. I Pastori della costa e i Gabbiani sono gli storici protagonisti di denunce e ricorsi per la difesa di costa Ripagnola. Avendo come obiettivo quello di raggiungere lo scopo di tutelare il paesaggio, adottiamo una posizione meno oltranzista e più pragmatica».

L’esito delle controversie, in sede amministrativa e penale, non è infatti già definito e, per questo, i due gruppi hanno deciso di essere realisti e non rigettare a prescindere un accordo che potrebbe comunque portare allo sperato risultato di tutelare il patrimonio architettonico dell’area.

«La nostra non è una mera protesta verbale – continua l’avvocato – ma un’opposizione contrassegnata da numerosi ricorsi. Poiché il loro esito rimane incerto, anche se abbiamo di recente ottenuto l’accoglimento della sospensiva dei lavori, innanzi al Consiglio di Stato, non disprezziamo a priori l’ipotesi di un accordo onorevole, patrocinato dal presidente della regione Puglia, purché salvaguardi l’area lato mare ove sono ubicati gli iconici trulletti».

L’allora Serim, infatti, aveva ottenuto il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) nel 2019, confermato poi nel 2022. Per questo, nonostante la sospensione dei lavori da parte del Consiglio di stato, ottenuto solo grazie a un ricorso presentato proprio dai “Gabbiani di Costa Ripagnola”, l’esito delle azioni legali rimane comunque incerto. A settembre ci sarà la prima sentenza del Tar e, il 20 ottobre, quella riguardante una delle due cause penali.

«Noi giocheremo il tutto e per tutto fino all’ultimo – fa sapere Mimmo Mimmo Lomelo, uno dei referenti dei gruppi – ma nel caso ci venga proposta un’alternativa di costruzione a monte, la valuteremo attentamente sempre tenendo presente la tutela del territorio e degli ulivi secolari presenti in zona. Vigileremo, ma ribadiamo il “Meglio feriti che morti”».

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