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Decaro “saluta” Bari dal palco della Fiera del Levante: «Ho paura ma non rimpianti, la coscienza è in pace»

«Cara Bari. Se dovessi dire dove tutto è cominciato direi da una strada. E non perché sono un ingegnere dell’Anas. Era il luglio del 2004. C’era una strada, un’automobile ferma, in panne, la mia, e il mio cellulare che squillava. Ero stato appena nominato da Michele Emiliano assessore al traffico, e una giornalista al telefono voleva sapere le mie idee per migliorare la mobilità dei baresi. Mentre io in quel momento cercavo un’idea per migliorare la mia, di mobilità». È iniziato così quello che a tutti gli effetti è un discorso di commiato. A pronunciarlo, l’ormai sindaco uscente Antonio Decaro, giunto all’ultimo anno del suo secondo mandato da primo cittadino. Il palco è quello della Fiera del Levante, in particolare l’evento inaugurale dell’86esima edizione.

Nel discorso, un vero e proprio saluto che Decaro ha voluto rivolgere al capoluogo pugliese, il sindaco uscente ha ripercorso le tappe più importanti del suo mandato. «Non dimenticare mai la storia di Giovanni, questo il nome di fantasia che abbiamo scelto per quel ragazzino che ad ogni evento di quartiere giocava a fare il bullo per attirare la mia attenzione. Giovanni stava per finire in un altro gioco, molto più grande e pericoloso. Lui alla fine si è salvato, ma tu ricordati di prenderti cura dei tanti piccoli Giovanni che nei quartieri come il suo vivono ogni giorno la condanna ad un destino maligno che sembra ineludibile».

Ancora vivo, nelle parole di Decaro, il ricordo del Coronavirus. «Insieme ai tuoi cittadini hai superato momenti durissimi. La pandemia sembrava averti messa in ginocchio, invece ti sei rialzata e hai ricominciato a vivere. Sei tornata a farci riabbracciare nelle tue bellissime piazze. Hai riaperto i tuoi teatri e offerto spazi e tempi adeguati agli operatori culturali di questa città che finalmente, con coraggio, hanno scelto di vivere e lavorare qui, insieme a noi». Decaro ha ripercorso anche le tappe della “liberazione” dagli «interessi dei privati e del malaffare» sulle coste cittadine. «Hai cominciato con Torre Quetta, Pane e Pomodoro con il nuovo lungomare a San Girolamo. Hai trasformato le tue spiagge rendendole veramente pubbliche, più belle, più libere. Libere dagli interessi privati e dal malaffare, libere dalle reti della criminalità organizzata, libere dall’asfissia dell’estorsione che per troppo tempo ti ha strozzato – ha proseguito il sindaco – In questi anni hai imparato a farti coraggio e a denunciare. Perché la mafia non si combatte vergognandosene o nascondendola sotto il tappeto, ma nominandola e denunciandola».

Il sindaco Decaro ha voluto dare anche un indirizzo politico al futuro della città, nell’ottica di superare le sperequazioni tra Nord e Mezzogiorno. «Un futuro dove una città del Sud ha gli stessi diritti e gli stessi servizi di una città del Nord. Un futuro dove tutti potremo salire su un treno veloce e raggiungere Napoli in meno di due ore perché anche il Sud ha il diritto a un collegamento veloce, efficiente, pubblico, come succede nel resto d’Italia – ha concluso Decaro – Ho la coscienza in pace perché, cara Bari, tutto quello che ho fatto, tutto, dal primo fino all’ultimo giorno, l’ho fatto soltanto, esclusivamente, per te».

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