Home Puglia Bari Dopo Lello tornano in libertà anche i figli di Tonino Capriati

Dopo Lello tornano in libertà anche i figli di Tonino Capriati

Le porte del carcere, che nei giorni scorsi hanno restituito la libertà a Lello Capriati, figlio di Sabino, con tanto di spettacolo pirotecnico di accoglienza a Bari vecchia, si sono aperte anche per i due figli di Tonino Capriati, capostipite della famiglia e storico “Mammasantissima” del borgo antico.

Per decorrenza di termini di custodia cautelare, nelle ultime settimane sono tornati liberi sia Giuseppe, detto “Ciccio” Capriati, che suo fratello Francesco, meglio conosciuto come “Ceschetto” per distinguerlo dai cugini omonimi. I due eredi del capoclan erano detenuti da tempo.

Giuseppe “Ciccio”, 38 anni, era stato arrestato nel gennaio 2020 nell’operazione “Gaming Machine”, della guardia di finanza, con altre 35 persone per i reati a vario titolo di estorsione, usura e riciclaggio. Il figlio del boss era finito in carcere assieme ad altre 26 persone (altre 9 ai domiciliari), al termine di indagini condotte dal Gico sotto la direzione della Direzione distrettuale antimafia. L’indagine era nata dalla denuncia per usura ed estorsione di un piccolo imprenditore barese titolare di una rivendita di tabacchi, vessato dalle pressanti richieste, corredate da violente minacce, rivolte nei suoi confronti da Baldasssarre D’Ambrogio.

Quest’ultimo, titolare di una società di noleggio di apparecchi da gioco e intrattenimento, al quale il piccolo imprenditore in difficoltà economiche nella gestione della sua attività commerciale si era rivolto, aveva subordinato la concessione di un prestito in denaro a due condizioni: il pagamento di interessi usurari e l’installazione esclusiva delle sue slot machine nella tabaccheria. E, in queste dinamiche, che si era poi scoperto fossero molto diffuse in città, si sarebbe fatto supportare dalla forza di intimidazione di sodali, appartenenti a clan mafiosi.

Come, appunto, Ciccio Capriati. Il suo nome era comparso anche nell’inchiesta sulle scommesse on line, in una intercettazione con Francesco Martiradonna, figlio di Vito detto “Vitino l’Enèl”, ritenuto dagli inquirenti lo storico cassiere del clan Capriati.

Giuseppe “Ciccio” Capriati è ora tornato libero a Bari vecchia, come suo cugino Lello, figlio di Sabino, e come un altro giovane erede della famiglia, il giovanissimo Sabino (come suo nonno), ritenuto dagli investigatori il responsabile della piazza di spaccio a Bari vecchia, nella zona vicina alla Basilica di San Nicola.

Legami di sangue che potrebbero diventare anche proficui rapporti di affari. Oppure, in alternativa, generare frizioni interne al gruppo criminale, che dopo lo spostamento degli Strisciuglio negli altri quartieri di Bari (ma anche in molti comuni della provincia) è rimasto egemone a Bari vecchia.

Ha scelto invece di lasciare i vicoli nel quali è cresciuto il 45enne Francesco “Ceschetto” Capriati che, uscito dal carcere dopo 17 anni di detenzione per traffico di droga e armi, si è spostato a Valenzano, sposando Marina Stramaglia, 41enne figlia dello storico capoclan Michelangelo, ucciso il 24 aprile 2009 a 49 anni da Mario Giovanni Antonio Pancotto. Marina Stramaglia, oggi neo mamma, fu coinvolta nel maxi blitz “Domino” che provò nel 2009 lo stretto rapporto tra gli Stramaglia e l’organizzazione criminale che, su Bari, faceva capo a Savino Parisi. Secondo la Dda, gli eredi di “Chelangelo” avrebbero aiutato Savinuccio ad individuare il successore del defunto Angelo Michele Stramaglia come responsabile della zona di Valenzano e paesi limitrofi. Per questo Marina e suo fratello furono tra i destinatari due anni dopo di un maxi sequestro di beni mobili, immobili e società.

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version