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G7, chiusa a Bari la conferenza sulle disuguaglianze: 4 proposte per i leader mondiali

Si è conclusa a Bari la conferenza internazionale Equality of opportunity and intergenerational mobility, organizzata dal Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Bari (Dief) in collaborazione con la London School of Economics.

Un incontro che ha riunito 100 tra i massimi esperti mondiali di disuguaglianze per lanciare un appello ai leader del G7, che si riuniranno a Borgo Egnazia dal 13 al 15 giugno.

Al centro del dibattito, l’urgenza di politiche pubbliche incisive per contrastare la crescita delle disuguaglianze e la povertà.

I 100 studiosi hanno elaborato quattro proposte concrete da mettere in cima alle priorità dei governi del G7: investire nel capitale umano e nell’istruzione; ridurre e compensare il “child penalty”, il divario retributivo e occupazionale che le donne subiscono a causa della maternità; aumentare la tassazione sui grandi patrimoni; promuovere politiche di integrazione degli immigrati per rispondere alla carenza di manodopera in settori chiave come l’agricoltura, l’edilizia e i servizi, e per far fronte all’invecchiamento della popolazione.

«Le disuguaglianze non sono un destino ineluttabile, ma il risultato di scelte politiche», ha affermato il professor Vito Peragine, direttore del Dief e ideatore della conferenza. «È tempo di agire con politiche coraggiose e concrete per garantire a tutti pari opportunità e mobilità sociale».

L’appello degli studiosi è stato accolto con favore dai rappresentanti del G7 presenti alla conferenza. «Le proposte presentate a Bari sono un contributo prezioso alla nostra agenda», ha dichiarato un portavoce del governo tedesco. «Le studieremo attentamente e ne discuteremo con i nostri partner del G7».

La conferenza di Bari si è rivelata un importante momento di confronto e sensibilizzazione sul tema delle disuguaglianze. Ora la palla passa ai governi del G7, che dovranno dimostrare la volontà di tradurre in azioni concrete le proposte formulate dagli esperti.

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