Home Attualità Il 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, Leccese: «Bari non dimentica»

Il 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, Leccese: «Bari non dimentica»

Nel 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, che ha visto la tragica scomparsa del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta, l’Amministrazione comunale di Bari ha reso omaggio alle vittime con una serie di iniziative commemorative.

Il neo sindaco Vito Leccese ha deposto corone d’alloro e di fiori in diversi luoghi della città dedicati al ricordo dei caduti: sotto il toponimo di via Falcone e Borsellino, presso il murales in loro memoria e nel giardino intitolato all’agente Emanuela Loi.

«La città di Bari non dimentica – ha detto Leccese -. Il manifesto affisso all’inizio di viale Falcone Borsellino ci ricorda il martirio di due grandi magistrati e degli agenti della loro scorta impegnati nella lotta contro la mafia. La memoria, è bene ribadirlo, non è soltanto un esercizio retorico: ricordare il sacrificio di uomini e donne morti per servire lo Stato significa anche impegnarsi affinché ciò che è avvenuto in passato non si ripeta mai più».

Alle 16:59, ora esatta dell’attentato, il Sindaco ha deposto una corona di fiori presso Palazzo di Città, alla presenza delle autorità civili e militari. Il Sindaco ha poi rivolto un pensiero particolare a Emanuela Loi, l’unica donna tra le vittime della strage: «Emanuela era una giovane agente piena di entusiasmo e passione civile. Il suo sacrificio non è stato vano e continuerà a ispirarci nella lotta contro le mafie».

Come ogni anno, una delegazione di Fratelli d’Italia della città di Bari ha ricordato la strage di via D’Amelio deponendo un mazzo di fiori davanti all’immagine che ritrae i giudici Falconi e Borsellino, nell’omonima via. Un appuntamento che quest’anno è coinciso con la quarta edizione della tappa dell’Onda verde contro le mafie, iniziativa a livello nazionale di Fdi, il cui obiettivo è ricordare gli obiettivi raggiunti dal governo Meloni nel contrasto alla criminalità organizzata: dal decreto Caivano, all’ergastolo ostativo, al rilancio dell’imprenditoria agricola grazie ai 9mila terreni confiscati alla mafie, al potenziamento delle forze dell’ordine attraverso l’assunzione di 3mila nuovi agenti, al Comitato contro il cybercrime della Commissione antimafia, all’ampliamento del protocollo “Liberi di scegliere”.

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