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Circumnaviga Manhattan a nuoto, il barese Di Pierro: «Esperienza unica. Testa alla prossima» – L’INTERVISTA

Il nuoto in acque libere è uno sport che richiede una forza di volontà elevata, un’adeguata risposta del fisico e allo stesso tempo un’altissima capacità di di saper governare corpo e menti, sarebbe anche una massima di Daniel Douglas Di Pierro, un’eccellenza sportiva, un atleta esemplare della Sport Projetc che abbiamo intervistato telefonicamente ieri, dopo l’ennesimo risultato importante conseguito.

Raccontaci dell’impresa memorabile della circumnavigazione dell’isola di Manhattan, per 45 Km coperta in una distanza in 9 ore e 8 minuti. Seppur era da solo in acqua, in tanti l’hanno seguita live.

«La traversa della circumnavigazione a Manatthan è stata l’ultima che ho fatto tra le più importanti della mia carriera sportiva. Consisteva nella circumnavigazione a nuoto dell’isola di Manhattan, 45 km nell’Hudson, per passare sotto i 20 punti che collegano l’isola di Manhattan al resto di New York. È stata un’esperienza fantastica. Prima di tutto l’attraversata è molto suggestiva, sembra di ritrovarsi nel bel mezzo di un film americano mentre nuotavo perché, bracciata dopo bracciata, vedevo i grattacieli, i monumenti tipici di New York, inizi vedendo la Statua della Libertà e finisci con la stessa, vista da destra, spettacolo allo stato puro. Essere stato largamente supportato dagli amici e in questo tipo di imprese è pressoché essenziale perché ti porta tanta energia positiva. Negli sport di ultra Endurance è molto importante sia l’allenamento fisico che l’aspetto psicologico rinforzato positivamente se hai delle persone che ti vogliono bene e seguono».

Illustraci quali sono le maggiori difficoltà riscontrate e quante ore di allenamento dedica.

«Le maggiori difficoltà riscontrate: un allenamento di ultra Endurance ha molte difficoltà, oltre alla distanza, ha anche le correnti e il moto ondoso. L’acqua alle volte è ‘freschetta’ come quando effettuai l’attraversata di Gibilterra, dalla Spagna al Marocco. In quel caso, l’ho compiuta fuori stagione e l’acqua era di 15 gradi. In questo tipo di attraversate è vietata sia la muta che il costume da gara. Queste attraversate seguono delle ‘Channel rules’, cioè delle regole estreme, ed è importante allenarsi al freddo specie se il mare è mosso. Nel caso dell’attraversata di Los Angeles ho nuotato anche di notte perché, per motivi di correnti, era bene partire la sera tardi. Ci sono tanti fattori esterni che influenzano il completamento dell’attraversata. Per quanto riguarda le ore di allenamento settimanale di nuoto, dipende dal periodo. Nel periodo pre-Manhattan arrivavo a fare più di 30 km a settimana»

L’ultima impresa è avvenuta Vieste nel weekend appena concluso: secondo posto di categoria M30 e terzo posto di squadra sulla distanza di 2,8 Km.

«Si trattava di una gara Master che considero più come un allenamento competitivo perché il mio focus del mio è sulle lunghissima distanze. Resta un ottimo traguardo per me arrivare secondo di categoria. Ringrazio il mio coach da svariato tempo e diesse Lorecn Feleqi. Si sono distinti anche Ungaro, primo tra gli ‘juniores’, Evangelista, primo tra i ‘ragazzi’, Cannito, secondo categoria ‘ragazzi’, Elena, prima categoria ‘ragazzi’».

Quale la traversata più complicata e suggestiva allo stesso tempo.

«L’impresa realizzata nel 2015, quella che ritengo più importante è la doppia attraversata della Bocca di Bonifacio, dalla Sardegna alla Corsica, andata e ritorno perché mi ha consentito di raggiungere il record del mondo. Sono stato il primo atleta del mondo ad aver completato anche il ritorno. L’altra che ricordo come importante è l’attraversata dall’isola di Catalina a Los Angeles perché è stata la più lunga: ho nuotato per 13 ore di fila, senza mai fermarmi e per la metà del tempo, l’ho fatto di notte. Un’altra attraversata importante è quella da Bisceglie a Bari, è stata l’unica attraversata che non sono riuscito a portare a termine e questo mi fece capire che per quanto si possano fare imprese in ogni parte del mondo, anche in zone come le Bocche di Bonifacio, famose per il moto ondoso e le correnti, però il mare è il mare. Anche quello che può sembrare più innocuo, se diventa ostile, ti impedisce di completare la tua impresa. Mi ritrovai con il mare contro e non avevo più modo per avanzare. Nuotai per le ultime tre ore contro corrente, ma dopo 10 ore di nuoto, mi fermai all’altezza di Bari Palese. Era impossibile proseguire»

Il suo mentore, ds Feleqi

Ha tessuto le sue lodi e lo ha elogiato, dopo aver appreso dell’intervista il diesse di Sport Project, ha detto su Daniel Di Pierro: «Lo alleno da 15 anni, si divide tra la piscina di Bari e quella di Bitonto, a mare invece su Bisceglie e prima lo ha fatto a Giovinazzo. È un atleta straordinario e di esempio per gli altri, e ha l’età dalla sua parte. So che ha grandi obiettivi e tra i suoi progetti futuri c’è la traversata della Manica, dall’Inghilterra alla Francia che gli consentirebbe il premio delle triple corone, un premio molto ambito nella sua disciplina e che gli auguro».

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