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venerdì 4 Ottobre 2024
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Mense scolastiche a Bari: «Ora chiarezza sulle due gare e sul mandante politico»

«La condotta del Comune di Bari è senza precedenti ed è macchiata da gravissimi profili di illegittimità»: non usano mezzi termini gli avvocati di Ladisa Ristorazione nel ricorso con cui l’azienda chiede al Tar di annullare la determina che ha assegnato a Solidarietà e Lavoro-Vivenda l’appalto della refezione scolastica per il periodo gennaio 2023-giugno 2026. Una mossa che arriva dopo l’esposto presentato a Guardia di finanza e Procura di Bari.

La gara

Il ricorso scatta nel momento in cui si attende la decisione del Consiglio di Stato sull’iniziale esclusione di Solidarietà e Lavoro-Vivenda dalla gara d’appalto. Il raggruppamento temporaneo di imprese era stato eliminato perché la sua offerta era stata ritenuta incongrua. Contro questa decisione Solidarietà e Lavoro-Vivenda si era rivolto al Tar che, però, aveva respinto il ricorso, accogliendo solo la censura relativa al presunto conflitto di interesse di un funzionario dell’ufficio comunale coinvolto, ordinando la riedizione di una sola parte della gara d’appalto. Ora si attende che il Consiglio di Stato si pronunci sulla sentenza: l’udienza è fissata per il 7 novembre. La situazione, dunque, è ancora sub iudice. Nonostante ciò, il Comune che cosa ha fatto? Ha dato immediata esecuzione alla sentenza del Tar, rinnovando non la sola parte della gara indicata dai giudici ma l’intera procedura. In più, il Comune ha sostituito il funzionario ritenuto in conflitto di interesse, ha nominato una nuova commissione per la valutazione delle offerte e alla fine le ha riconsiderate come se si trattasse di una nuova e diversa gara. Risultato: l’appalto è stato assegnato non più a Ladisa Ristorazione ma a Solidarietà e Lavoro-Vivenda con uno scarto di soli 37 centesimi di punto, consentendo al raggruppamento temporaneo di imprese di subentrare immediatamente nella preparazione dei pasti per gli studenti delle scuole comunali. Conclusa l’operazione, poi, il Comune ha rimesso al suo posto la funzionaria che in un primo momento era stata ritenuta in conflitto di interesse.

I punteggi

Nel mirino degli avvocati di Ladisa Ristorazione, però, non c’è soltanto la gara, ma anche i punteggi attribuiti a Solidarietà e Lavoro-Vivenda. Quest’ultima ha ricevuto otto punti per la fornitura di frutta e verdura a chilometro zero e filiera corta: peccato, però, che Greenway, ditta di Triggiano che avrebbe dovuto garantire quei prodotti a Solidarietà e Lavoro-Vivenda, sia soltanto grossista e non produttrice. E poi ci sono quelle che Ladisa Ristorazione ritiene anomalie dell’offerta e che il Comune ha ignorato. Un esempio? Solidarietà e Lavoro-Vivenda ha previsto un esborso di soli 3.990 euro l’anno per sanificare quotidianamente tutti i locali e le attrezzature: una cifra irrisoria, pari a soli 28.5 euro al giorno, che non appare realistica. Secondo gli avvocati di Ladisa Ristorazione, inoltre, nell’offerta formulata da Solidarietà e Lavoro-Vivenda mancano la coibentazione dei mezzi di trasporto, i costi dei condimenti crudi, molti preventivi delle forniture delle derrate. Altre perplessità riguardano il punteggio assegnato per i vari prodotti inseriti nel menù: alcuni risultano duplicati e premiati due volte dalla commissione comunale.

Le richieste

Perciò Ladisa Ristorazione chiede di sospendere l’affidamento delle mense scolastiche a Solidarietà e Lavoro-Vivenda, in attesa che sulla vicenda si pronunci il Consiglio di Stato, proponendosi anche per garantire la continuità del servizio. Ora la parola ai giudici. «Il nostro obiettivo – spiegano i vertici di Ladisa Ristorazione – è arrivare, nel più breve tempo possibile, a una sentenza di merito che faccia definitiva chiarezza sull’intero svolgimento tanto della prima quanto della seconda gara. Questa vicenda ha un mandante politico senza il quale non si spiega la gestione discutibile e omissiva della procedura. E siamo pronti a fornire la nostra versione della gestione di simili procedure nel corso degli ultimi anni. Non ci fermeremo».

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