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Sclerosi multipla, diagnosi precoce per ridurre il rischio di disabilità: lo studio dell’UniBa

È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Jama, lo studio sui fattori che legano il rischio di accumulare disabilità neurologiche irreversibili con l’età dei pazienti affetti da sclerosi multipla condotto da un gruppo di ricerca del dipartimento di del dipartimento di Biomedicina traslazionale e neuroscienze dell’Università Aldo Moro di Bari.

La ricerca evidenzia l’importanza di una diagnosi e di un trattamento precoci per ridurre al minimo l’accumulo di queste complicazioni.

Il lavoro, spiega UniBa in una nota, è frutto di una collaborazione fra il team di ricerca sulla sclerosi multipla, fondato e diretto dalla docente Maria Trojano, e i ricercatori del dipartimento Neurofabra dell’Università di Firenze, guidati da Maria Pia Amato.

Utilizzando i dati raccolti attraverso il Registro italiano sclerosi multipla e patologie correlate è stato possibile analizzare la storia clinica di oltre 16mila persone con questa malattia.

«A oggi – evidenzia l’ateneo barese – esistono prove inequivocabili provenienti da studi clinici e studi osservazionali che la progressione indipendente dall’attività di ricaduta (Pira) è la causa più frequente di accumulo di disabilità nei pazienti con sclerosi multipla, il che mette in discussione la rigida distinzione tra fenotipi recidivanti e progressivi».

Esiste però un quesito insoluto che riguarda il contributo relativo del Pira e del Raw (peggioramento associato alla recidiva) nella popolazione pediatrica che, spiega l’UniBa, rappresenta una fase altamente infiammatoria della malattia in cui il decorso della stessa è quasi sempre recidivante.

Lo studio ha così messo in luce che una diagnosi precoce e accurata e un trattamento precoce sono essenziali nei pazienti a esordio pediatrico, poiché sono a rischio di accumulo di disabilità irreversibile quando sono ancora molto giovani.

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