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Verso le comunali a Bari, per il centrodestra è tutto da rifare: l’inchiesta affossa Gaetano Filograno

S’allontana nel centrodestra la candidatura a sindaco di Gaetano Filograno (nella foto), coinvolto da un’inchiesta giudiziaria assieme all’avvocato Nicola Loprieno, consigliere comunale della maggioranza del sindaco Decaro. La vicenda giudiziaria ha colpito soprattutto Filograno che in piena estate era stato indicato come possibile leader della coalizione alle comunali di Bari nel 2024. Sul suo nome s’erano espressi positivamente i vertici di Fratelli d’Italia. Anche Lega e Forza Italia s’erano allineati tanto da programmare sondaggi per valutare l’impatto sui cittadini. Invece la vicenda giudiziaria e l’accusa di (presunto) traffico di droga nei confronti dell’aspirante candidato hanno sbarrato la strada. Per Filograno si tratta del secondo stop in corsa dopo che nel 2014, all’epoca in cui era vicino al ministro Di Maio dei Cinque Stelle, era tra i papabili per le “comunarie” indette a Bari proprio dai grillini per scegliere l’anti-Decaro.

E ora che succederà? I vertici dell’area conservatrice glissano sull’argomento. Per qualcuno il caso giudiziario era ben noto nell’entourage di centrodestra e che s’attendeva l’udienza preliminare per decidere il da farsi. Altri, come il deputato berlusconiano Mauro D’Attis, ricordano che a luglio, in occasione del tavolo di coalizione, furono fatti due soli nomi ufficiali: il senatore Filippo Melchiorre ed il viceministro Francesco Paolo Sisto. Subito dopo, però, l’uno e l’altro si sono defilati.

Tornado a oggi è confermato che il centrodestra punterà su un nome della società civile. Resta certamente in campo Salvatore D’Aluiso, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari, anzi per certi versi riprende quota, ma a condizione che il diretto interessato sciolga la riserva e valuti la compatibilità della candidatura con il ruolo svolto a capo dell’ordine professionale. Insieme a lui altri due nomi top secret, uno dei quali dovrebbe essere un imprenditore. La vera novità, però, è un’altra. Il futuro candidato, che spunterà certamente entro la fine dell’anno, sarà affiancato da un “cavallo di razza” per tirare avere maggiori chance di successo: un po’ quello che accadde con Simeone di Cagno Abbrescia, candidato sindaco del Polo delle Libertà nel 1995, affiancato dal compianto ministro Pinuccio Tatarella. La stessa staffetta potrebbe realizzarsi fra dieci mesi con la discesa in campo del senatore Filippo Melchiorre che, sebbene considerato il miglior candidato possibile della destra, s’è detto indisponibile a lasciare il seggio senatoriale. Diverso sarebbe se ricevesse un incarico “da esterno” in affiancamento al candidato sindaco della società civile. Non a caso lo stesso Melchiorre, a fine agosto, aveva annunciato ai giornalisti che nella campagna elettorale del 2024 «ci metterà la faccia e sarà impegnato in prima persona».

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