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Andria, armi e linguaggio in codice per commettere furti e rapine: sei arresti – VIDEO

È di sei arresti l’esito dell’indagine “Raptor” condotta dai carabinieri del comando provinciale della Bat che ha portato, stamattina, all’esecuzione delle misure cautelari ad Andria.

Gli indagati, quattro finiti in carcere e due ai domiciliari, sono accusati di furti, rapine e riciclaggio di auto.

Circa 50 i militari impegnati nel blitz di stamattina: si tratta di donne e uomini del comando provinciale della Bat supportati dallo squadrone eliportato carabinieri cacciatori Puglia, dai colleghi del sesto nucleo elicotteri e del nucleo cinofili di Modugno. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani.

Stando a quanto emerso dalle indagini gli arrestati, tutti andriesi, avrebbero costituito un’associazione a delinquere e, per commettere i furti, avrebbero utilizzato armi e inibitori di frequenze. Avrebbero colpito oltre che nella Bat anche a Matera e perfino a San Benedetto del Tronto.

I sei indagati avrebbero utilizzato un linguaggio criptico nelle loro conversazioni telefoniche e durante i sopralluoghi indicando le armi con il termine dialettale “scatt sciann” mentre i telefoni erano “toc toc” e le ricetrasmittenti “chiacchiaraul“. E ancora “cornut” veniva utilizzato per indicare gli inibitori di frequenza, “maciste” per il trattore stradale mentre “la gatta” era l’auto di grossa cilindrata utilizzata per recarsi sui luoghi dove venivano commessi i furti.

Tra gli episodi ricostruiti nel corso delle indagini ci sono una rapina commessa ai danni di un’azienda di trasporti di Andria, nel corso della quale è stato minacciato il custode della sede, tre furti di mezzi pesanti e macchine operatrici per un valore complessivo di 400mila euro circa e il riciclaggio di un trattore.

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