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Femminicidio ad Andria: il marito ha confessato. Un minuto di silenzio nelle scuole

È in stato di fermo dalle 5:30 di questa notte il 42enne Luigi Leonetti, che nel pomeriggio di ieri ha accoltellato a morte sua moglie Vincenza Andrisano nella loro abitazione di Andria, mentre in casa c’erano anche i due figli, di 6 e 11 anni. Dopo il fermo è stato portato nel carcere di Lucera.

Ai carabinieri e al procuratore di Trani, Renato Nitti, che lo interrogavano ha spiegato che i rapporti con sua moglie si erano deteriorati due mesi fa quando lei gli aveva detto di avere un’altra relazione, e negli utlimi tempi la donna aveva manifestato l’intenzione di andare a vivere con questo uomo.

Ieri pomeriggio, lei gli aveva comunicato che sarebbe andato a prendere il bambino più piccolo da scuola, poi non sarebbe rientrata a casa fino a tarda sera. Proprio come il 23 novembre scorso quando lei era tornata a casa molto tardi e lui le aveva dato due schiaffi.

Invece il bambino ha avuto necessità di rientrare a casa e lì è scoppiata la discussione.

Secondo quanto riportato dall’avvocato di Leonetti, Savino Albore, lei lo avrebbe apostrofato in malo modo e lui avrebbe agito d’impeto, usando uno dei coltelli della cucina. Alle domande del pm, ha risposto: «Io l’amavo ancora».

I piccoli sono stati assistiti dal centro del trauma della Asl Bat e affidati ad alcuni parenti.

La sindaca di Andria, Giovanna Bruno, ha chiesto, intanto, un minuto di silenzio in tutte le scuole del comune da oggi fino al giorno dei funerali di Vincenza Angrisano.

«La notizia dell’ennesimo femminicidio ci ha sconvolto e ci lascia attoniti», scrive la prima cittadina in una lettera inviata ai dirigenti scolastici, chiedendo «l’osservanza di un minuto di silenzio all’inizio delle lezioni» a partire da questa mattina «e fino al giorno delle esequie» della 42enne. «Altre eventuali iniziative – prosegue – saranno comunicate all’occorrenza».

Bruno ringrazia i dirigenti «per il prezioso lavoro di sensibilizzazione quotidianamente svolto, anche sui temi della violenza di genere».

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