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Brindisi, attesa per il secondo turno delle comunali: nessuna alleanza in vista del ballottaggio tra Marchionna e Fusco

Il 28 e il 29 maggio i brindisini torneranno alle urne per il secondo turno delle elezioni amministrative. La sfida tra Giuseppe Marchionna, candidato del centrodestra che al primo turno ha ottenuto il 43.75% dei consensi, e Roberto Fusco, espressione dell’alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle, che non è andato oltre il 33,49, è ancora aperta. Ma, nonostante ci sia ancora tempo fino alla mezzanotte di oggi, a Brindisi appare sempre più lontana l’ipotesi di un apparentamento ufficiale tra la coalizione formata da Pd e M5S che sostiene il candidato sindaco Roberto Fusco e uno dei due candidati esclusi al primo turno, Riccardo Rossi (che nella prima tornata aveva ottenuto soltanto il 10,27% dei consensi) , appoggiato da Sinistra e Verdi, e Pasquale Luperti di Movimento Regione Salento (arrivato al 12,49% ed espressione delle liste civiche). Luperti del resto aveva escluso qualsiasi alleanza con la destra in caso di ballottaggio già prima della fine della precedente tornata elettorale.

È certo invece che non stringerà nessuna alleanza Giuseppe Marchionna, già espressione del centrodestra unito e compatto. «Abbiamo ottenuto un buon risultato – aveva dichiarato Marchionna a risultati certi – ma sapevamo che, al primo turno, la presenza di quattro candidati avrebbe confuso le acque rendendo improbabile un esito immediato della competizione. Ora comincia una nuova campagna elettorale con un confronto che, svolgendosi tra due soli candidati, sarà senz’altro più puntuale e meno dispersivo».

Dall’altra parte ci sono stati dialoghi, tentativi di ricucire lo strappo nel centrosinistra ma sembra che le trattative siano state infruttuose. Anche perché un accordo ufficiale comporterebbe una riduzione sostanziosa dei seggi in consiglio comunale, innanzitutto per il Partito Democratico. L’apparentamento, infatti, cambia completamente gli equilibri e considera la lista o le liste apparentate come se facessero parte della coalizione fin dal primo turno. C’è ancora poco tempo per cambiare idea, ma sembra oramai definito che Dem e Pentastellati giocheranno la loro partita da soli, almeno ufficialmente, partendo da un risultato di svantaggio del primo turno di quasi 11 punti.

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