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Brindisi, sospesa la concessione gratuita di un immobile comunale assegnato alla onlus Shalom Adonai: verifiche sulla scelta amministrativa

Dai banchi della stessa maggioranza, il consigliere Roberto Quarta aveva scatenato il polverone sulla delibera di giunta del 5 luglio scorso, poi ritirata

Da Palazzo di Città fanno sapere di aver sospeso momentaneamente gli effetti della delibera di giunta che prevedeva di dare in concessione gratuita un immobile comunale all’associazione di volontariato Shalom Adonai, che si occupa di distribuzione di beni di prima necessità.

La polemica

Il faro è stato acceso due giorni fa dal consigliere di maggioranza, eletto tra le file di Fratelli d’Italia (al momento sospeso), Roberto Quarta, che ha trovato sponda anche nel Partito Democratico ed Impegno per Brindisi. Ma qual è il punto? La notizia riguarda una delibera di giunta approvata il 5 luglio scorso, con la quale l’ente avrebbe dato in concessione gratuita il locale comunale ex Delegazione Cappuccini (tra via Osanna ed, appunto, via Cappuccini) per sei mesi (tre più tre di proroga eventuale) all’associazione di volontariato Shalom Adonai. «Questa decisione ha sollevato interrogativi e preoccupazioni sulla trasparenza e l’equità della scelta amministrativa – ha tuonato Quarta – non mettendo in discussione l’importanza dell’associazione in questione, mi chiedo il motivo per cui altre associazioni altrettanto meritevoli e attive sul territorio da molto più tempo siano state escluse da opportunità simili. Ancor più grave pare sia emersa la possibilità che l’associazione sia legata ad un parente di un consigliere di maggioranza. Mi auguro che ciò non sia vero, in quanto sarebbe una situazione estremamente grave e contraria ai principi di imparzialità e correttezza».

Il ravvedimento

Una leggerezza, quindi, da parte della giunta che, evidentemente, si è immediatamente ravveduta, sospendendo gli effetti della delibera, al fine di poter fare maggiore chiarezza sulla vicenda. Indipendentemente dall’esito, Quarta chiederà «di poter visionare l’atto costitutivo e lo statuto dell’associazione, verificare la sua eventuale iscrizione ad albi regionali o nazionali e richiedere una relazione dettagliata sulle attività svolte fino ad oggi». Il Pd, nell’apprendere il tutto e dicendosi stupito e preoccupato, ha precisato che «pur riconoscendo il valore e l’importanza delle attività svolte dall’associazione, desideriamo sottolineare che, nella nostra realtà, vi sono molte altre associazioni meritevoli che hanno gli stessi diritti di accesso agli spazi comunali». Ai democratici, ha fatto eco IpB: «La delibera realizza una gravissima violazione del principio di uguaglianza tra le tante realtà associative della nostra città». La polemica è stata, dunque, sedata?

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