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Ceglie Messapica, dopo il via all’inchiesta per il San Raffaele è il giorno della protesta

Il centro risvegli di Ceglie Messapica è al centro di un’inchiesta aperta dalla Procura di Brindisi. La struttura, gestita dalla Fondazione San Raffaele ma di proprietà pubblica, è coinvolta in uno scontro con la Regione Puglia e la Asl brindisina.

L’inchiesta

La Procura ha avviato l’indagine in seguito a vari esposti presentati dal consigliere regionale Fabiano Amati e da altri enti. Le accuse principali riguarderebbero un deficit di 20 milioni di euro, derivante da presunte irregolarità nei contratti e nei canoni di affitto tra la Fondazione e l’Asl. La Regione ha segnalato alla Procura diverse criticità, sia nell’assistenza ai pazienti che nei rapporti contrattuali.

La Regione

La Regione Puglia ha espresso l’intenzione di riprendere la gestione diretta della riabilitazione, attualmente affidata alla Fondazione tramite un meccanismo di sperimentazione gestionale. Questo ha portato, però, a un ulteriore scontro con la Fondazione che difende la legittimità dei propri contratti e delle proprie operazioni.

Il braccio di ferro

Il caso ha assunto una dimensione politica significativa, coinvolgendo anche il governo centrale. La legge regionale per la re-internalizzazione della riabilitazione, proposta da Fabiano Amati, infatti, è stata impugnata da Palazzo Chigi. Intanto, il Tar di Lecce ha sospeso l’efficacia dell’atto con il quale l’Asl di Brindisi fissava il proprio subentro alla Fondazione.

La protesta

Fabiano Amati parteciperà oggi alla mobilitazione dei lavoratori del San Raffaele. La manifestazione, promossa da Cgil, Cisl e Uil, dopo l’esito negativo del tavolo prefettizio di Brindisi si terrà nei pressi del piazzale del centro di riabilitazione. Il consigliere Amati si associa all’appello dei lavoratori e invita alla manifestazione tutti i cittadini, ex pazienti e famiglie: «per affermare la gestione pubblica del centro di riabilitazione e mettersi alle spalle una pagina molto triste».

Lo scenario

La situazione rimane, dunque, complessa e in evoluzione, con pazienti e personale medico in attesa di una risoluzione. La Procura continua a esaminare i documenti e le testimonianze per fare chiarezza sulle presunte irregolarità e trovare una soluzione che garantisca la continuità e la qualità dell’assistenza sanitaria.

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