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Esplosione nel trullo a Cisternino, è omicidio colposo: bombola del gas “osservata speciale”

È il momento delle indagini, della ricerca dei perché che spieghino come e per quale causa, a monte, è morto il 55enne ingegnere barese Nico Salatino.

L’inchiesta

A 24 ore dall’esplosione del trullo, in contrada Caranna a Cisternino, il sostituto procuratore di Brindisi, Francesco Carluccio è al lavoro per dare concretezza ad una delle diverse ipotesi formulate subito dopo la tragedia. Il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti, è omicidio colposo. In queste ore, il pm dovrebbe conferire l’incarico per l’autopsia sul corpo, proprio allo scopo di definire le cause del decesso. Si dovrà preliminarmente capire se l’uomo è morto in seguito all’esplosione di una bombola di gas o per il crollo del trullo.

La ricostruzione

Sono le 8.15 di domenica mattina quando il boato, seguito da una scura colonna di fumo, sveglia i residenti della zona. La scena che si presenta a chi arriva sul posto è terribile: uno dei trulli, quei trulli appena ristrutturati, era sbriciolato, lasciando nuda una parete, e seppellendo sotto le macerie Nico Salatino.

I soccorsi

Sua moglie, la 53enne Anna Petruzzelli, era ferita, devastata anche lei dallo scoppio, ed è stata ricoverata nel reparto Grandi ustionati dell’ospedale Perrino di Brindisi, con il 50 per cento della superficie corporea bruciato. Ieri il bollettino medico della Asl non ha riportato aggiornamenti sostanziali sul suo stato di salute, «è stabile», hanno comunicato. Appena possibile, la donna sarà poi sottoposta ad intervento chirurgico. I proprietari della struttura, una coppia di amici che avevano invitato Nico e Anna a trascorrere un po’ di tempo con loro a Cisternino, fortunatamente non sono rimasti feriti nell’esplosione.

L’ipotesi bombola di gas

Le immagini del luogo, dopo l’esplosione, immortalano la presenza di una grossa bombola di gas che, secondo l’ipotesi più accreditata potrebbe essere stata la causa della deflagrazione. Di certo si sa che è avvenuta in cucina dove, probabilmente, si trovavano i coniugi baresi, mentre l’altra coppia era distante. Si concentrano allora su quella bombola, principalmente, le indagini dei carabinieri della Compagnia di Fasano, ma non solo.

Il sequestro

Dopo aver estratto il corpo di Salatino, quattro ore dopo l’esplosione, i vigili del fuoco, coadiuvati dai volontari della Protezione civile e della Croce Rossa, hanno messo in sicurezza l’area e apposto i sigilli a quel che resta della struttura. Non si esclude che il pm possa disporre una consulenza tecnica che certifichi quello che è accaduto. A Bari, intanto, il figlio, fratelli e sorelle attendono la salma, per celebrare i funerali, dopo che saranno terminati gli accertamenti autoptici e gli altri esami richiesti dalla Procura.

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