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Fitto fa melina sulle europee e annuncia la Zes unica al Sud. Il ministro polemico con l’Anci sul Pnrr

La grande novità che potrebbe arrivare prima delle elezioni europee? La istituzione di una Zes unica per il Mezzogiorno. Lo ha annunciato il ministro Raffaele Fitto nel suo intervento alla Piazza di Affaritaliani, intervistato dal direttore Angelo Maria Perrino. «È una proposta che l’Europa sta valutando con molto interesse, segno che la nostra idea va nella direzione auspicata della governance territoriale per macroaree», ha evidenziato Raffale Fitto, alla vigilia del suo compleanno e del Consiglio dei ministri che sarà chiamato a fare i primi passi per la prossima manovra di bilancio che si preannuncia con pochi margini di manovra.

Naturalmente, la presenza di Fitto non poteva non riguardare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e non poteva non riguardare qualche stoccata all’indirizzo del presidente dell’Anci che, sabato aveva criticato il governo sulla mancanza di risposte chiare per la programmazione degli interventi da parte dei Comuni. «Mi sarei aspettato dal presidente Antonio Decaro la stessa polemica quando venivano approvati gli interventi del Pnrr da parte dei precedenti governi. Il governo Meloni si è preso le polemiche per decisione che non abbiamo mai preso, ma che stiamo cercando di rivedere per evitare di dover restituire risorse, pagando anche gli interessi, visto che parte consistente del Pnrr è in deficit», ha sottolineato Fitto che ha anche ricordato un particolare. «quando ci siamo insediati siamo andati a controllare come erano stati spesi i 126 miliardi di euro a disposizione per la programmazione 2014-2020, scoprendo che solo il 35 per cento degli interventi erano stati progettati e realizzati, e ci siamo allarmati, perché se abbiamo speso solo il 35 per cento delle risorse disponibili in quasi 10 anni, come potevano spendere 220 miliardi entro il 30 giugno 2026?».

Il ministro assicurando sui tempi di erogazione dei fondi della terza (18, 5 miliardi di euro) e quarta rata (16,5 miliardi di euro) ha portato sul palco il caso dei progetti presentati per i piccoli Comuni «Una disponibilità di 6 miliardi di euro divisi in 40 mila interventi, con il 75 per cento inferiore ai 100 mila euro, con interventi anche di 900 o 1200 euro. Fondi non spesi ma che erano stati già programmati dal ministero dell’Interno nel 2019 e che sono stati inseriti adesso nel pnrr pur non rispettando neanche una delle regole previste dal Piano». E allora è partita la corsa a cercare di spostare gli interventi sul altri fondi e con un orizzonte di scadenza più ampio.

Per il ministro a nicchiato su una sua candidatura alle Europee «Nessuno finora me lo ha chiesto, ma vorrei evitare di fare una campagna elettorale così faticosa come quella per il parlamento europeo».

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