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Stabilizzazioni e partecipate fanno impennare la spesa per il personale della Regione Puglia

Luci e ombre sulla gestione del personale regionale e delle società partecipate nel giudizio di parifica del rendiconto 2023 da parte della Corte dei Conti. Esaminano la gestione, i giudici hanno evidenziato che la regione Puglia conta 2.272 dipendenti per una spesa complessiva che supera i 137 milioni di euro, circa 4 milioni in più rispetto al 2022, ma a sorpresa inferiore rispetto al 2021, quando gli stipendi dei dipendenti superarono i 148 milioni di euro. La Corte ha apprezzato una serie di misure correttive sui conti regionali e di azioni amministrative messe a punto dall’assessorato al Bilancio guidato dal vice presidente Raffaele Piemontese.

Le misure

In particolare le correzioni adottate per il personale Arif, l’agenzia dei forestali, che ha ridotto la spesa e collocato correttamente le assunzioni effettuate per un totale di 33 milioni di euro. In aumento, invece, i contratti di stabilizzazione schizzati da 264 a 442 con un eccessivo ricorso a questo tipo di procedure che, ricordano i giudici contabili, deve rappresentare un’eccezione per le amministrazioni pubbliche. Passando alle società partecipate il costo degli stipendi è lievitato del 9,6% lo scorso anno per un conto finale pari a 70,2 milioni di euro rispetto ai 64 milioni di un anno fa.

Dalla relazione dei magistrati contabili risulta che le agenzie regionali hanno rispettato i vincoli sulle assunzioni a eccezione di Aress, Asset e Arpal. Altro dato positivo riguarda le consulenze esterne e l’affidamento di incarichi a professionisti privati. Nel 2023 sono stati firmati 92 contratti a fronte dei 256 dell’anno precedente, quasi il triplo in meno. Sul punto, però, i giudici ricordano all’ente e alle società controllate la necessità di pubblicare gli atti relativi agli affidamenti nella sezione preposta dei siti internet. Un obbligo che, se non rispettato, determina la nullità della consulenza e l’apertura di un procedimento disciplinare a carico del dirigente che ha firmato l’atto, con il rischio a suo carico di dover restituire una somma pari al compenso stabilito per il consulente esterno.

I consiglieri

Un monito, l’ennesimo fornito nella materia, anche ai consiglieri regionali che non hanno ancora restituito le somme spese senza autorizzazione per il pagamento dei cosiddetti “portaborse” e dei collaboratori dei gruppi di partito. Un problema datato che negli anni scorsi ha ingenerato un vero e proprio contenzioso fra i partiti regionali e il collegio dei magistrati contabili. Oggetto del contendere la corretta imputazione fra le spese di funzionamento, all’interno delle quali andavano inserite le consulenze esterne e le spese per il personale. L’incrocio delle due tipologie di spesa ha ingenerato errori che hanno portato all’obbligo di restituire le somme contabilizzate in modo scorretto. Sul punto la procuratrice generale della Corte dei Conti, la dottoressa Carmela De Gennaro, ha messo in guardia i consiglieri in ritardo con i pagamenti che rischiano di incappare in un’ipotesi di responsabilità amministrativa. Ad oggi i gruppi regionali devono ancora rimborsare 215mila euro relativi all’anno 2020, 873 euro per il 2021 ed oltre 78mila euro per il 2022.

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