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Bufere e nubifragi in Puglia, 112 in 10 anni: «È l’effetto dei cambiamenti climatici»

Piante abbattute, campi allagati, serre divelte e colture distrutte: si stima che in Italia siano oltre 6 miliardi dall’inizio dell’anno i danni dovuti al maltempo (la metà solo in Puglia), che nel fine settimana ha causato almeno dieci nubifragi in Italia. L’allarme è della Coldiretti su dati Eswd. I danni causati dai nubifragi riguardano soprattutto la Puglia, in particolare il Salento, con allagamenti e smottamenti, alberi e cavi di alta tensione caduti che hanno lasciato case e aziende agricole al buio e senza collegamenti.

Le segnalazioni, spiega la Coldiretti in una nota, arrivano da Melissano, Novoli, Ugento, Gagliano del Capo, Lequile. Racale, Taviano, Calimera. Terreni sommersi e danni anche in Sicilia, Calabria e Lazio. «Nell’immediato è necessario intervenire con aiuti concreti per aiutare le popolazioni colpite», afferma il presidente Ettore Prandini – Occorre però accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio».

«L’ultima ondata di maltempo – aggiunge Coldiretti Puglia – viene dopo che in una settimana ci sono stati due tornado a Surano e Castrignano del Capo, tre bufere di vento a Copertino, Nardò e Casarano, una tempesta di fulmini a Tricase e un nubifragio a Calimera, con l’ultima tromba d’aria che ha scoperchiato le serre a Nardò. Con 112 eventi estremi in 10 anni, la Puglia si posiziona al quarto posto – aggiunge Coldiretti regionale – della classifica delle regioni italiane maggiormente colpite dagli effetti violenti dei cambiamenti climatici.

Anche nel 2022, denuncia, «si sono succeduti siccità grave, nubifragi impressivi, gelate e grandinate, tornado e trombe d’aria, oltre alle tempeste di fulmini, dove è evidente la tendenza alla tropicalizzazione del clima con un impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla vita delle persone. Il moltiplicarsi di tali eventi ha provocato vittime e danni che in agricoltura superano già i 300 milioni di euro nel 2022, pari al 10% della produzione regionale.

«Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Puglia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, che – continua la Coldiretti regionale – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».

Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi, oltre i cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il consumo del suolo è avvenuto per il 67.5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese.
«È evidente la tendenza ad una tropicalizzazione del clima con nubifragi e grandinate sono abbattutisi su terreni secchi, i quali – evidenzia la Coldiretti regionale – non riescono ad assorbire l’acqua, che causa frane e smottamenti».

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