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Deposito nucleare in Puglia, l’assessora Triggiani ribadisce il no: «A rischio le comunità» – L’INTERVISTA

«Non è solo il deposito che potrebbe arrecare danni all’ambiente e all’economia, ma è tutto ciò che esso metterà in moto, con il rischio di danneggiare il futuro delle comunità locali». L’assessora all’Ambiente, Serena Triggiani, ribadisce il secco no della Regione all’eventualità di ospitare in Puglia l’impianto di smaltimento nazionale di scorie nucleari.

Nonostante le proteste e le osservazioni inviate, restano 5 le aree pugliesi tra le 51 considerate idonee dalla Sogin a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Quali saranno le prossime mosse della Regione per evitare questa ipotesi?

«Come Regione sin dalla pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee abbiamo rappresentato la contrarietà a realizzare il deposito unico nazionale di rifiuti radioattivi nel territorio pugliese. Una posizione di contrarietà ufficializzata dal Consiglio regionale già nel 2021 e fondata da studi tecnici e scientifici condotti insieme a Università, enti di ricerca, enti locali, agenzie regionali, associazioni e ordini professionali. I pareri tecnici di contrarietà raccolti dal Dipartimento Ambiente per noi restano il punto saldo per ogni opposizione».

Quali le novità introdotte dalla legge n. 11 del 2 febbraio 2024?

«Si è data la possibilità per tutti gli enti locali, sia inclusi nella Carta nazionale delle aree idonee che non inclusi, e al Ministero della Difesa per le strutture militari, di inviare al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e a Sogin la propria autocandidatura a ospitare l’opera, autocandidatura che sarebbe stata vagliata tecnicamente. In questa norma vengono anche scanditi i tempi per la valutazione ambientale strategica della carta delle aree idonee. Nei tempi previsti per le autocandidature c’è stata solo quella del comune di Trino Vercellese, ritirata il 13 marzo 2024. Quindi al momento restano idonee solo le 51 aree pubblicate dal Ministero dell’Ambiente il 13 dicembre 2023».

Convocherà un tavolo con i rappresentanti politici delle località eventualmente interessate?

«Il tavolo di coordinamento regionale istituito con la DGR 72 del 18 gennaio 2021, al quale sono state invitate le amministrazioni dei tre comuni interessati, non è mai stato sciolto. Ho chiesto al Capo della Segreteria del Ministro Pichetto Fratin un incontro per parlare anche di questo argomento. Al momento si è in attesa dell’avvio, da parte del Ministero e di Sogin, della procedura di Valutazione Ambientale Strategica, prevista dalla Legge n. 11 del 2 febbraio 2024 alla quale potranno partecipare gli enti e i portatori d’interessi».

La Regione sarebbe pronta a impugnare una possibile decisione del ministero?

«In tutte le fasi della partecipazione pubblica curata dalla Sogin la Regione Puglia ha evidenziato come le 5 aree pugliesi ritenute da Sogin potenzialmente idonee, non solo sono ampiamente caratterizzate dai criteri escludenti, ma presentano evidenti fattori “sfavorevoli” dai quali conseguirebbe la definitiva esclusione. Inoltre, bisogna considerare che la presenza di un deposito nazionale di rifiuti radioattivi comporterà un traffico di mezzi da ogni parte d’Italia interessando la rete stradale con mezzi speciali. Per questo motivo, la Regione Puglia si è impegnata e s’impegnerà a contrastare qualsiasi progetto di localizzazione di un deposito di rifiuti radioattivi sul proprio territorio. Insieme alla Basilicata, lavoreremo per valorizzare e proteggere il nostro patrimonio naturale e culturale, per valorizzare e proteggere il turismo sostenibile ispirato dai nostri bellissimi paesaggi, valore nel rispettoso dell’ambiente e delle popolazioni locali. Solo così potremo garantire un futuro migliore alle generazioni future e preservare la nostra identità».

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