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Ecomafia, in Puglia 3.643 reati ambientali: «Rafforzare attività di prevenzione e controllo» – VIDEO

«La Puglia, purtroppo, occupa sempre i primi posti nella classifica nazionale come confermato anche quest’anno dal rapporto Ecomafia 2024» di Legambiente. Lo ha detto la presidente della sezione pugliese dell’associazione ambientalista, Daniela Salzedo, presentando stamattina a Bari i dati del report sui reati ambientali.

In Puglia nel 2023 se ne sono registrati 3.643. In totale nel 2023 nel territorio pugliese 3.404 sono state le persone denunciate, 38 quelle arrestate e 1.074 i sequestri. Con 878 reati e 655 persone denunciate la provincia di Bari occupa il primo posto in regione, il terzo a livello nazionale dopo Napoli e Avellino, seguita da Foggia dove sono stati commessi 703 crimini ambientali. Ci sono poi le province di Lecce (615 reati), Taranto (353), Brindisi (224) e la Bat (174).

Alla presentazione del report, nella sede di Legambiente Puglia, erano presenti tra gli altri l’assessora regionale all’Ambiente Serena Triggiani, il sindaco di Bari Vito Leccese, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani Renato Nitti, il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e la presidente Legambiente Puglia Daniela Salzedo.

In Puglia nel 2023 sono stati contestati 1.442 reati nel ciclo illegale di cemento. Anche in questo caso, Bari è la provincia più colpita, con 247 reati, seguita da Lecce con 240, Foggia che ne registra 186, Brindisi 103, Taranto 96 ed infine la Bat con 12 reati.

«Dal governo Meloni – ha affermato Ciafani – ci aspettiamo un segnale di discontinuità. Serve approvare quanto prima le riforme necessarie per rafforzare le attività di prevenzione e di controllo. Ne gioverebbero molto la salute delle persone, degli ecosistemi, della biodiversità e quella delle imprese sane che continuano ad essere minacciate dalla concorrenza sleale».

L’assessora regionale all’Ambiente, Serena Triggiani, ha evidenziato che «il rapporto presentato oggi ci dà nuovo impulso a migliorare nelle azioni di controllo e repressione. Immagino, quindi, nel prossimo futuro numeri incoraggianti che ci daranno ragione rispetto a quanto stiamo facendo, come Regione, forze dell’ordine, comuni, enti e associazioni. Non senza un’azione continua di sensibilizzazione dei territori e delle persone sui comportamenti scorretti in materia di rifiuti, perché anche la coscienza civile delle singole e dei singoli cittadini contribuisca ad avere diritto ad un ambiente sano».

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