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Enti locali sciolti per mafia: Puglia quarta in Italia. Il dossier stilato di “Avviso pubblico”

La Puglia è la quarta regione in Italia per enti locali sciolti per mafia con 26 amministrazioni coinvolte, una delle quali Surbo in provincia di Lecce è stata commissariata due volte (nel 1991 e nel 2018). Mentre negli ultimi diciotto mesi sono stati tre i comuni sottoposti ad amministrazione straordinaria: Neviano in provincia di Lecce, Trinitapoli, nella Bat e Orta Nova in provincia di Foggia, quello stesso territorio dove nel 2021 è stato commissariato il capoluogo, l’unico in Italia a subire tale procedimento, insieme a Reggio Calabria.

Dal 1991 al 30 settembre 2023 sono stati 383 i decreti di scioglimento per infiltrazioni mafiose in ben 11 regioni, di cui sei collocate nell’area centro settentrionale del Paese, un dato a cui aggiungere Caivano in Campania, sciolto per la seconda volta, e Capistrano in Calabria dichiarati infiltrati dalla criminalità nelle ultime settimane.

È il dato allarmante diffuso con il dossier stilato da Avviso pubblico, l’associazione che ha creato una rete di Enti locali che si impegnano concretamente per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza attiva e responsabile. Lo studio di quest’anno è intitolato “La linea della Palma”, prendendo in prestito la metafora di Leonardo Sciascia ne Il giorno della civetta con cui spiega la progressiva pervasività della criminalità organizzata verso nord dove importa appunto abitudini e clima caldo del sud, lì dove nascono le quattro mafie: la siciliana, la ‘ndrangheta calabrese, la camorra campana e la mafia pugliese.
Avviso pubblico spiega che “280 decreti ministeriali hanno riguardato consigli comunali, in cui sono coinvolti sindaci, assessori, consiglieri e dipendenti della Pubblica amministrazione e in sei casi ad essere commissariate sono state Aziende sanitarie provinciali”. Inoltre, ad aggravare il quadro c’è da considerare che 76 amministrazioni hanno subito più̀ di uno scioglimento: 56 enti sono stati sciolti due volte, 19 tre volte e un comune addirittura quattro volte “sintomo di un’infezione dura da curare che dimostra il grado di resistenza e aggressività delle organizzazioni criminali, che non si limita ai comuni, ma che colpisce anche il settore sanitario pubblico”.

Anche negli ultimi mesi, dal primo gennaio 2022 al 30 settembre 2023 sono stati 18 gli Enti locali sciolti per mafia in tutto il territorio nazionale, ovvero una media di uno scioglimento al mese.
L’obiettivo del dossier di Avviso Pubblico è stimolare una riflessione su un fenomeno – l’inquinamento mafioso degli Enti locali – che provoca lo scioglimento di un Comune al mese, la sospensione della democrazia e danni enormi al tessuto socio-economico dei territori interessati. E su cui non vi sono differenze, visto che, come denunciava lo scrittore siciliano “sale come un ago di mercurio di un termometro su per l’Italia”. Infatti, nel dossier si evidenzia che anche al centro e al nord pur senza una presenza tradizionale mafiosa si registrano 13 comuni commissariati, prova probante di come cresce chiaramente l’interesse per le mafie, in particolare per la ’ndrangheta, per quei territori, dove lo sviluppo economico-finanziario offre la possibilità di riciclare ingenti quantità di denaro, inserendosi anche nel mercato degli appalti pubblici e nel controllo di ogni settore della vita economica.

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