Home Puglia Bari Codice Interno, l’ex allenatore del Corato finisce davanti al tribunale federale

Codice Interno, l’ex allenatore del Corato finisce davanti al tribunale federale

Rischia quattro anni di sospensione dall’attività di allenatore Vito Castelletti, comparso ieri dinanzi al tribunale federale, dopo essere finito nel calderone della maxinchiesta Codice Interno, conclusasi con il blitz del 26 febbraio scorso, e che svelò gli intrecci fra mafia, imprenditoria e politica.

Il fatto

Per Castelletti la Direzione distrettuale antimafia aveva inizialmente chiesto gli arresti domiciliari, non con cessi dal gip Alfredo Ferraro. Ma la sua posizione, nelle settimane successive, era stata sempre più sfumata, fino a scomparire nel decreto che disponeva il giudizio immediato per 124 persone, incluso l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e sua moglie, l’ex consigliera comunale Mari Lorusso.

La contestazione

La vicenda penale è quella che riguarda la partita Corato-Fortis Altamura del 7 ottobre 2018, valevole per il campionato di Eccellenza del Comitato Regionale Puglia per la stagione sportiva 2018 – 2019, secondo gli inquirenti truccata in favore della squadra murgiana, per rimediare al torto subito un anno prima quando, secondo gli inquirenti, il presidente del Corato calcio (del quale Castelletti era allenatore) avrebbe fatto ricorso alle minacce del clan Strisciuglio per intimidire calciatori e dirigenti della Turris e aggiudicarsi la promozione. Nel secondo caso, scrivevano i pm, si sarebbe invece fatto ricorso al potente clan Parisi.

La difesa

Il 27 febbraio scorso, evidenzia però il difensore di Castelletti, la Dda ha sì trasmesso alla Procura federale una nota su “ipotizzabili illeciti sportivi”, ma riguardava solo due nominativi, quelli di Maldera e Loporchio, all’epoca dei fatti rispettivamente presidente del Corato calcio (attualmente fuoriuscito dalla compagine sociale), e direttore sportivo, nonché componente della Associazione italiana Calciatori”. Ma non solo. Il gip Ferraro nell’ordinanza scriveva: “le intercettazioni, infatti, hanno ampiamente messo in luce il coinvolgimento di tutti gli indagati, ad eccezione del Castelletti”.

La Procura federale

Tutti argomenti dei quali non sembra aver preso contezza la Procura federale che per Vito Castelletti ha chiesto la sospensione dall’attività per 4 anni, visto che “sono emersi chiari ed inequivocabili elementi probatori attestanti le rispettive condotte, tutte caratterizzate dal ricorrere ad elementi della criminalità organizzata barese affinché, avvalendosi dell’intimidazione mafiosa, condizionassero in proprio favore l’esito delle gare”. Nelle prossime ore la decisione del tribunale federale.

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