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Molestie a Pediatria del Policlinico di Foggia: sospeso un docente universitario accusato da 2 dottoresse

La delibera n. 340 a firma del direttore generale del Policlinico di Foggia, Giuseppe Pasqualone, è del 22 giugno scorso e riguarderebbe le presunte molestie avvenute nel reparto di chirurgia pediatrica e infantile universitaria dell’ospedale di viale Pinto.

Un caso – tirato fuori dal Corriere del Mezzogiorno – che chiama in causa il professore Fabio Bartoli, 63 anni, associato della chirurgia pediatrica presso l’Università di Foggia, stimato professionista e nel 2021 salito agli onori della cronaca sanitaria per un innovativo intervento di ernia diaframmatica congenita in una neonata dal peso di 2 chili e mezzo.

Il provvedimento preso dalla direzione generale del Policlinico non ammette dubbi: sospensione a tempo indeterminato secondo quanto previsto dall’ex art.5, comma 14, del D.Lgs. 517/99. Decisione che arriva in seguito alle diffide presentate da due dottoresse che si sono dichiarate vittime di molestie sessuali da parte del cattedratico che però non ha finora ricevuto alcun avviso di garanzia da parte della Procura di Foggia – dove una delle due vittime ha presentato un esposto sovrapponibile a quello documentato nella denuncia alla direzione generale – ma solo una pec del Policlinico che comunicava l’avvenuta sospensione dall’incarico.

Il provvedimento ha avuto un iter veloce – ma le contestazioni al professore universitario potrebbero riguardare episodi datati alla scorsa primavera – con una decisione che ha sorpreso Bartoli per le modalità della comunicazione e la severità della decisione prese sulle sole dichiarazioni delle denuncianti.

Intanto, arriva dal rettore dell’Unifg una precisazione sul caso. «L’Università di Foggia condanna fermamente abusi o molestie di natura sessuale, in quanto lesivi della dignità umana e auspica prudenza da parte degli organi di stampa nel rispetto del principio della corretta informazione e nella consapevolezza che in questa fase, volta a ricostruire una vicenda delicata, resta prioritaria l’esigenza del più rigoroso riserbo a tutela di tutte le persone coinvolte», scrive Lorenzo Lo Muzio.

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