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Furti d’auto, la Puglia è nella “Top 5”: mezzi rubati per vendere pezzi di ricambio sul mercato nero

I proprietari di Suv sono avvisati. Un furto d’auto su due in Italia riguarda i fuoristrada. Nel report curato dall’osservatorio di LoJack, la società americana parte del colosso CalAmp, leader nei servizi telematici e nel recupero di veicoli rubati, gli Sport Utility Vehicle (meglio noti come Suv), hanno raggiunto la poco rassicurante quota record del 47% sul totale dei mezzi rubati, su un campione di 400mila auto in circolazione sulle nostre strade. La Puglia non se la passa tanto bene. Anzi, è tra le cinque regioni italiane incluse nella cosiddetta “allerta rossa”, assieme a Campania, Lazio, Lombardia e Sicilia.

Dalla analisi di LoJack, il nostro Paese è spaccato in due: al Centro-Nord prevale il furto su commissione mentre al Sud la sottrazione è propedeutica al cosiddetto “cavallo di ritorno” (richiesta di riscatto in cambio della restituzione) oppure allo smontaggio per recuperare i pezzi di ricambio. La Puglia spicca prevalentemente per il fenomeno del riciclaggio dei pezzi di ricambio sul mercato nero. Dopo la tregua nel 2020 e nella prima parte del 2021, coincisa con la Pandemia, l’anno scorso il business della criminalità è ritornato quasi ai livelli di una volta. Il pieno periodo Covid ha rappresentato un arco temporale “tranquillo” per i furti d’auto, conseguenza dei vari lockdown e degli stringenti controlli da parte delle forze dell’ordine che hanno di fatto frenato la circolazione, imprimendo una stretta a queste attività delinquenziali. Con la ripresa della libera circolazione e anche dei flussi turistici, il business ha recuperato vitalità fino a segnare nel 2022 un +4% rispetto all’anno precedente, compiendo un significativo avvicinamento ai dati registrati nel 2019. Non cambiano i numeri e nemmeno le aree geografiche in cui il fenomeno è radicato. Insomma, tutto sarebbe tornato esattamente come prima. La polarizzazione è sempre intorno alle stesse 5 regioni, che insieme coagulano oltre 9 furti su 10 in Italia: Campania (33%), Lazio (24%), Puglia (21%), Lombardia (12%) e Sicilia (2%). L’unica vera novità riguarda il livello di attenzione dei ladri per i Suv: il 47% del totale contro il 33% di appena tre anni fa.

Ognuna di queste cinque regioni ha la sua specificità. In Puglia, per esempio, le auto vengono rubate soprattutto per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio. Se non si recupera l’autovettura entro le 12 ore successive al furto, a essere trovata sarà spesso solo la carcassa del veicolo, cannibalizzato di tutte le preziose componenti in vere e proprie centrali di smontaggio allestite in capannoni o in strutture improvvisate nelle campagne pugliesi. In questo senso, la parte da leone spetta alla Bat, la cui Murgia è disseminata di casolari, spesso abbandonati, trasformati per l’occasione in vere e proprie officine clandestine. Molto attiva la zona tra Andria e Barletta ma si “difendono” bene anche il Barese e il sud Foggiano. Il capoluogo di regione e Bitonto sono più specializzati nel furto, mentre i territori di Cerignola e San Severo anche nella ricettazione di auto e componenti rubati. Secondo i dati di LoJack, la top five dei modelli di auto e Suv che fanno più gola alla malavita in Italia, vede sempre in testa la Fiat Panda, seguita dalla Toyota Rav4, dalle Fiat 500 e 500X e dalla Jeep Compass.

«Come emerge anche dai dati del nostro Osservatorio, questo business criminale ha oggi ripreso vitalità e il particolare focus sui Suv – commenta Sandro Biagianti, direttore sicurezza LoJack – conferma anche la capacità delle organizzazioni criminali di seguire le evoluzioni del mercato e sfruttare al meglio la connettività dei mezzi anche per sottrarli in pochi secondi, senza lasciare tracce. Lo scorso anno, grazie alla nostra tecnologia e all’intervento sul campo del nostro team, al fianco delle forze dell’ordine, abbiamo contribuito concretamente al recupero di circa 2.250 veicoli per un valore complessivo di oltre 106 milioni di euro. Tra le novità registrate lo scorso anno anche la crescita dei furti di vetture ibride ed elettriche, spesso sottratte per ‘recuperare’ e rivendere sui mercati paralleli i pacchi batteria, i cui costi incidono in modo significativo sul valore della vettura».

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