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Il vigile di quartiere per la sicurezza nelle grandi città pugliesi: l’idea per fermare i delinquenti

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Un vigile che sorvegli specifici quartieri, un comitato regionale per la sicurezza chiamato a coordinare le polizie locali e un fondo per le vittime della criminalità: sono alcune delle proposte inserite nel disegno di legge presentato da Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani in Consiglio regionale, e sottoscritto da altri 13 esponenti del centrodestra.

L’obiettivo? Aumentare la sicurezza nei rioni e nelle aree più a rischio, soprattutto quelle medio-grandi della regione dove l’escalation della criminalità è più evidente, senza violare la competenza statale in materia di ordine pubblico.

La principale novità è rappresentata dall’introduzione della figura del vigile di quartiere, finalizzata a potenziare il presidio da parte della polizia municipale attraverso il modello organizzativo della “polizia municipale di prossimità”. Nel rispetto della vigente normativa statale, infatti, agli enti locali viene riconosciuta la possibilità di avvalersi della collaborazione di guardie particolari giurate con funzioni ausiliarie, a supporto della polizia locale nell’attività di presidio del territorio.

Il compito di coordinare le polizie locali e definire gli indirizzi della loro attività spetterà a un Comitato regionale per la sicurezza urbana, mentre un Comitato scientifico affiancherà le strutture competenti nella valutazione dei progetti candidati ai bandi annuali. «Tutto questo per mettere in rete tutti i soggetti già attivi nell’attività di controllo del territorio, favorendo la loro collaborazione ed una presenza più vicina ai bisogni dei cittadini che chiedono maggiore sicurezza», aggiunge Pagliaro.

Nel testo condiviso dai 14 consiglieri comunali spiccano anche l’istituzione di un fondo regionale a sostegno delle vittime della criminalità, la stipula di intese con lo Stato, gli enti locali e i proprietari di immobili da acquisire o riadattare come uffici, comandi e alloggi per gli operatori della sicurezza.

In generale, in base al testo presentato da Pagliaro, tutti gli enti locali sono chiamati a fare la loro parte nella gestione dei progetti per la sicurezza urbana, partecipando ai patti locali di sicurezza: Province e Città metropolitana per quanto riguarda le attività di formazione professionale in tema di sicurezza urbana rivolta agli operatori pubblici, del privato sociale e del volontariato; i Comuni per il monitoraggio di soggetti a rischio di devianza, con l’organizzazione di campagne informative, interventi di riqualificazione urbana, politiche di mediazione culturale e sociale, vigilanza di quartiere, collaborazione con gli istituti di vigilanza privata, attività di animazione culturale in zone a rischio e per l’integrazione degli immigrati.

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