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La Puglia dei clan tra minorenni armati e fiumi di denaro sporco: gli affari della mafia

Una mafia storica, che anno dopo anno prova a fare il salto di qualità, affinando strategie, nutrendosi di narcotraffico ed estorsioni e infiltrandosi negli appalti pubblici e fondi Pnrr. L’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia, relativa al primo semestre del 2023 (quindi non attuale), disegna una spartizione della Puglia tra le quattro organizzazioni criminali, parcellizzata tra clan nelle rispettive zone di influenza (che non disdegnano l’espansione anche fuori regione), e appetibile sotto diversi punti di vista.

I minorenni

Uno degli elementi che accomunano le diverse organizzazioni, con regole e dinamiche proprie, è l’utilizzo di soggetti minorenni per compiere rapine o addirittura fatti di sangue. Lo provano gli arresti del 9 maggio 2023 a San Severo, nei confronti di 3 minorenni per rapina aggravata. Sempre a Foggia, il 17 marzo 2023 i carabinieri hanno arrestato altri tre minorenni per tentato omicidio aggravato dal porto abusivo di armi e rapina aggravata. Uno degli arrestati era parente di un esponente storico e verticistico della Società foggiana, a capo della batteria mafiosa Sinesi-Francavilla. Un minorenne anche tra i 10 fermati il 26 maggio 2023, a Francavilla Fontana, Oria e San Pietro Vernotico per narcotraffico.

Gli affari “leciti”

Le numerose indagini confluite nella relazione confermano il trend crescente che vede le organizzazioni mafiose indossare i panni di imprenditori, infiltrandosi in affari (solo apparentemente) leciti. In tutto ciò che, a seconda di quello che offre il territorio, la morfologia e l’economia, può rappresentare fonte di approvvigionamento, ma soprattutto di riciclaggio di denaro ‘sporco’. La criminalità organizzata del capoluogo, ad esempio, tramite forme sempre più complesse di riciclaggio si dimostra “capace di insinuarsi nel tessuto economico sano, anche avvalendosi di compiacenti professionisti – denunciano gli esperti – e talvolta infiltrando gli apparati istituzionali locali”.

Nel nord barese, i vertici del clan Annacondia e quelli del gruppo Fiore-Risoli di Bari, rientrante nell’orbita del clan Parisi-Palermiti, in accordo tra loro, si sarebbero spartiti la zona di Trani economicamente più appetibile (l’area turistica e della movida in località Porto e Castello), in modo che ciascuna vi potesse sviluppare incontrastata le proprie attività criminali sia in ambiti illeciti (estorsioni, riciclaggio, autoriciclaggio) sia leciti (attività imprenditoriali nel settore della ristorazione e dei servizi funerari).

Gli appalti pubblici

Nel periodo in esame non sono stati registrati da parte delle forze investigative accessi sui cantieri di opere pubbliche, ma la Puglia è al secondo posto (dopo Campania e prima di Calabria e Sicilia) fra i territori d’origine delle principali organizzazioni criminali di stampo mafioso, nei quali sono state scoperte più operazioni finanziarie a scopo di riciclaggio: 28.576, per un ammontare di 825milioni 471mila euro.

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