Home Attualità La Puglia è turismo ma è allarme rincari

La Puglia è turismo ma è allarme rincari

La Puglia è sempre più terra di turismo. Lo confermano i numeri anche se ci ricordano anche quanto si sia ancora lontani dai livelli pre pandemia. Stando a quanto riporta la banca dati di Cerved, il 2023 sarà un anno positivo con una media, fra guadagni e quantità di stranieri, migliore di quella nazionale.

A trainare le previsioni per le aziende pugliesi è il Salento, in ripresa dopo il crollo del 19% dei fatturati nel 2020. Analizzando il dato prettamente legato al turismo su base regionale, nell’anno della pandemia la caduta dei fatturati è stata addirittura del 45,9%. Non è andata meglio agli altri settori che, in senso più ampio, appartengono all’industria terziaria come cultura (-18,6%), moda (-16,5%), ristorazione (-31,8%). Gli unici a reggere l’onda d’urto sono stati l’agroalimentare (in crescita del 3%) e la vitivinicoltura (+1,5%).

L’analisi di Cerved affonda le radici in 9mila bilanci di società di capitale con sede in Puglia e con fatturati sopra il mezzo milione di euro. L’occasione per illustrarla è stata la consegna dei premi “Industria Felix”, destianti alle aziende che più si sono distinte nell’ultimo anno. I numeri raccontano una regione sempre più dipendente dal comparto turistico.

Se a livello nazionale, infatti, l’incidenza della filiera è del 2,9% sul totale delle imprese, in Puglia si arriva al 3,4%. La provincia di Lecce è quella che più dipende dall’economia “vacanziera”, arrivando al 5,8% delle proprie aziende impiegate nel settore. Se al turismo in senso stretto si aggiungono anche i dati dell ’agroalimentare, della cultura, della moda, della ristorazione e della filiera vitivinicola, sono il 20,9% le aziende a livello regionale coinvolte, quasi il 3% in più della media nazionale.

Il nodo dell’inflazione

La dipendenza così profonda della Puglia dal turismo spaventa di fronte ai rincari ai quali sta andando incontro l’intero settore. In parte si sono già manifestati, con il costo degli ombrelloni arrivati a livelli record, ma il peggio sembra non essere alle spalle. In base a quanto riporta il Codacons, i prezzi dei biglietti aerei sono raddoppiati rispetto a un anno fa. Acquistare un volo europeo costa, infatti, il 127,6% in più. «Per i pacchetti vacanza internazionali – fanno sapere dall’associazione dei consumatori – si spende l’8,6% in più, mentre alberghi e motel hanno ritoccato al rialzo i listini del +14,7%. Più costoso consumare al bar o mangiare al ristorante (+4,6%) mentre una cena in pizzeria costa quasi il 5% in più rispetto al 2021».

Costa di più anche spostarsi in auto: il 25% in più rispetto allo scorso anno a causa dei ricari sui carburanti. Tutti aspetti che rischiano di minare la crescita dei fatturati nel 2023 allontanando ulteriormente il ritorno ai numeri pre pandemia.

A Brindisi i bilanci che hanno perso di più

Guardando ai numeri con focus sul 2020, è la provincia di Brindisi, tra quelle pugliesi, ad aver pagato il conto più alto, con un calo dell’11% nel settore turistico. Un dato particolarmente macroscopico se si considera che al secondo posto di quella graduatoria si colloca Bari con un ridimensionamento “solo” del 7,9%. Durante l’evento promosso da Industria Felix, sono stati illustrati questi dati e, successivamente, premiate le aziende che hanno meglio resistito agli ultimi anni particolarmente complicati. Una analisi, anche qui, prettamente basata sui fatturati. Ad essere premiate per migliori performance gestionali e affidabilità finanziaria sono state settanta imprese, insignite dell’alta onorificenza di bilancio: 40 dell’agroalimentare, 15 della moda, 5 della comunicazione, cultura, informazione e intrattenimento, 5 della vitivinicoltura, 4 della ristorazione e del turismo.

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