Home Cronaca Ancora un’infermiera aggredita e ambulanze in fila: caos sanità a Gallipoli

Ancora un’infermiera aggredita e ambulanze in fila: caos sanità a Gallipoli

Turbolenze in pronto soccorso. L’altro ieri intemperanze da parte dei pazienti esasperati dalla lunga coda di ambulanze e dai tempi di attesa per i tamponi da effettuare. Il 10 agosto aggressione a un’infermiera. In pochi giorni due bruttu episodi che hanno spinto il presidente dell’Ordine dei medici di Lecce, Donato De Giorgi, a scrivere una lettera aperta al presidente di Opi Lecce (Ordine delle Professioni Infermieristiche) Marcello Antonazzo affinché si operi congiuntamente a tutele delle professioni sanitarie. «Carissimo presidente, scrive De Giorgi – dobbiamo purtroppo registrare un nuovo atto di incredibile violenza perpetrato contro chi lavora per offrire risposte di salute, tra mille difficoltà e così poche gratitudini».

Da qui la ricostruzione di quanto avvenuto il 10 agosto quando «ancora una volta è stato il Pronto soccorso teatro di queste squallide azioni, come tutte le strutture legate all’urgenza e all’emergenza; ancora una volta Gallipoli, ove in questi giorni è presente una straordinaria quantità di turisti, soprattutto giovani, è lo sfondo nel quale i professionisti della sanità subiscono aggressioni, minacce, violenze. Siamo – come sempre – in assoluta sintonia nel chiedere con urgenza e fermezza provvedimenti che possano essere decisivi in questa drammatica situazione, che ormai sembra scivolare quasi verso una “inemendabile quotidianità”. Siamo stanchi!».

Questa l’accorata esternazione di De Giorgi secondo il quale «è necessario che sia attivo in Prefettura-Questura un tavolo permanente di osservazione del fenomeno e condividiamo pienamente la necessità di fornire – almeno nel periodo estivo – un posto fisso di Polizia presso le situazioni di maggior rischio, così come è indispensabile fornire tutti gli elementi perché il rischio clinico e fisico siano adeguatamente trattati».

Alla base di questa situazione De Giorgi pone due questioni: la carenza di personale e la scarsa educazione dell’utenza che, pur avendo ragione nel merito dà risposte sbagliate, ossia violente. «Si tratta di elementi fondamentali che alterano la qualità della vita dei professionisti della sanità -sottolinea De Giorgi – e demotivano profondamente il loro lavoro, decisivo in questi giorni difficili. Non crediamo che sia sufficiente solo la solidarietà incondizionata dei nostri Ordini professionali, considerando la scelta del silenzio operata da quasi tutte le istituzioni, scelta che condanna alla solitudine e alla dimenticanza tutta la comunità dei nostri iscritti».

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