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Aria irrespirabile a Surbo, allarme tra masserie e b&b: «Danni ad ambiente e salute, ma anche al turismo»

L’aria intorno alla masseria Trapanà, che si trova nella zona di Surbo, è irrespirabile. La denuncia è dei proprietari di masserie, b&b e degli operatori economici che lamentano miasmi insopportabili. I gruppi consiliari di opposizione a Surbo e a Lecce presentano una mozione nelle rispettive assise cittadine mentre la consigliera Martina Gentile di Surbo chiede di accedere agli atti.

«Da tempo, ormai, c’è un’aria irrespirabile per emissioni maleodoranti nei pressi della masseria Trapanà ubicata nelle immediate vicinanze del Comune di Surbo, oggi riconosciuta dal turismo nazionale e internazionale un attrattore turistico di primo livello. I miasmi si avvertono nell’intera zona dove ricadono altre masserie oggi strutture ricettive che rappresentano attrattori turistici importanti per il Comune di Surbo tra cui masseria Melcarne, masseria Santu Lasi, masseria Chiazzarelli e masseria Santo Blasio. I miasmi vengono avvertiti anche all’interno dell’abitato di Surbo, soprattutto nella zona Rene. Le emissioni maleodoranti possono arrecare danno all’ambiente e alla salute dei cittadini. Il turismo è da sempre una delle principali risorse del nostro territorio che va sfruttata e promossa al meglio, considerata la vicinanza alle marine e a Lecce», dichiarano all’unisono i consiglieri comunali di Surbo Filomena D’Antini, Pasquale Paladini, Martina Gentile, Giuseppe Maroccia e Raffaele Mancarella firmatari della mozione con cui chiedono al sindaco e alla giunta di convocare un tavolo istituzionale per verificare l’entità dei miasmi e individuare gli eventuali responsabili.

«Grazie a Rob Potter Sander, titolare della straordinaria struttura ricettiva Masseria Trapanà, il gruppo Ora Surbo, che rappresento nel Consiglio Comunale di Surbo, è venuto a conoscenza dei risultati delle analisi fatte eseguire da lui stesso, nelle scorse settimane, sui terreni nelle immediate vicinanze, sui quali viene riversato il digestato proveniente dal vicino impianto a biomasse. Dalle analisi emergerebbe che questo prodotto derivante dal processo di digestione anaerobica che si svolge all’interno dell’impianto non sarebbe adeguato a un utilizzo in agricoltura, ma andrebbe utilizzato solo in ambito industriale, in quanto non rispetterebbe i limiti del Testo unico per l’ambiente. Il terreno su cui sorge l’impianto ha destinazione d’uso E2 verde agricolo produttivo: l’impianto, pertanto dovrebbe essere alimentato dagli scarti agricoli delle serre attigue, che oggi risulterebbero, però, abbandonate», sottolinea la consigliera Martina Gentile.

«Per questa ragione ho protocollato un’istanza di accesso agli atti, per ottenere copia dell’Aua rilasciata all’impianto e nei giorni successivi ho assunto altre informazioni necessarie a una valutazione più approfondita», fa sapere la consigliera.

«I miasmi sono così forti e nauseabondi da causare le disdette dei turisti. In quell’area ricadono già un impianto di biocompostaggio nel territorio di Surbo e un impianto di incenerimento dei rifiuti sanitari nel territorio di Lecce. A meno di 1500 metri da masseria Trapanà, sempre in territorio di Lecce, si vorrebbe far sorgere un mega impianto di compostaggio il cui iter autorizzativo è ancora in corso. È dovere del sindaco, in quanto massima autorità sanitaria locale, tutelare la salute dei propri cittadini oltre che dei turisti», sostengono i consiglieri comunali di opposizione al Comune di Lecce che annunciano di aver presentato mozione in Consiglio Comunale «per pericolo igienico-sanitario».

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