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Si autodenunciò per aver abusato delle sue nipotine: nonno salentino condannato a 7 anni

Si autoaccusò di aver abusato delle nipotine, la giustizia ha presentato il conto ad un nonno di 76 anni di Trepuzzi, condannato a sette anni di reclusione.

L’inchiesta prese il via il 19 ottobre del 2022 quando l’anziano prese carta e penna scrivendo una lettera accusatoria al suo legale, chiedendo il divieto di avvicinamento alle sue nipotine. Una richiesta frutto della disperazione e della consapevolezza del male che stava provocando alle piccole creature. Della prima ne abusò dal 2017, quando aveva sei anni, fino al 2019, poi le attenzioni caddero anche sulla sorella che oggi ha sette anni.

La procura aveva acceso un faro sul nonno, con un’inchiesta aperta dalla sostituta procuratrice Erika Masetti, poiché le vittime riferirono degli abusi subiti in casa del parente a una delle maestre della scuola dell’infanzia, e successivamente a una psicologa interpellata dalla madre. Nel fascicolo confluì anche il referto della professionista, a cui seguì l’incidente probatorio per valutare la capacità di testimoniare delle minorenni. Nel frattempo l’anziano chiese di essere ascoltato dalla pm e in lacrime ammise gli addebiti, scusandosi con i genitori delle bambine per aver tradito la loro fiducia nel modo più squallido, e con le nipoti, per aver violato la loro innocenza.

Il giudice Sergio Tosi respinse la richiesta di accesso alla giustizia riparativa, accogliendo invece quella di procedere col rito abbreviato. Il processo si è discusso col rito abbreviato, che ha consentito all’imputato di beneficiare dello sconto di un terzo della pena.

Per lui, la sostituta procuratrice aveva invocato la pena di sei anni, ma il giudice ha aggravato la condanna di un anno. Disposta, inoltre, l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, e per cinque anni, dai pubblici uffici. Non solo. L’anziano non potrà entrare in qualunque scuola di ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate da minori. E ancora. Dopo l’esecuzione della pena, l’imputato per un anno, non potrà svolgere lavori che prevedano contatto con i minori e dovrà informare gli organi di polizia sulla residenza e su eventuali spostamenti. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 30 giorni. Disposto anche un primo risarcimento ai familiari delle due vittime pari a 110mila euro, così come richiesto dall’avvocata della parte lesa, Roberta Capodieci, mentre il resto dovrà essere quantificato e liquidato in separata sede.

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