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Terme di Santa Cesarea, lavoratori e sigle in piazza: «Niente stipendi e la politica è inerte»

I dipendenti delle Terme di Santa Cesarea tornano a manifestare contro i ritardi nei pagamenti

I lavoratori delle Terme di Santa Cesarea tornano in presidio, e questa volta lo fanno con ancora più determinazione. Domani, a partire dalle 12, in via Roma, si terrà una manifestazione organizzata in concomitanza con l’incontro tra Regione e Comune, per discutere il trasferimento delle quote societarie. L’incontro, atteso da tempo, era stato precedentemente annullato senza alcuna comunicazione preventiva lo scorso 28 giugno, causando disillusione tra i lavoratori e i sindacati.

Lo scenario

La situazione delle Terme di Santa Cesarea è critica da mesi. I dipendenti, rappresentati da Daniela Campobasso (Filcams Cgil Lecce), Marcello Frassanito (Fisascat Cisl Lecce) e Giacomo Bevilacqua (Uiltucs Uil), vivono in uno stato di precarietà crescente, dovuto a ritardi nel pagamento degli stipendi. A oggi, la società ha accumulato un debito di tre mensilità arretrate, quattordicesima compresa, mettendo a rischio la stabilità economica di molte famiglie. Questa emergenza ha spinto i sindacati a chiedere con forza l’avvio di un percorso che possa garantire un futuro più sicuro per le Terme e i suoi lavoratori. I sindacati hanno anche fatto appello agli esponenti politici locali e regionali affinché supportino concretamente la causa dei lavoratori.

La politica

Le recenti dichiarazioni di alcuni politici, che avrebbero sottolineato le differenze retributive e contrattuali tra i dipendenti senza proporre soluzioni concrete, sono state accolte con sconcerto. «Abbiamo letto con stupore queste affermazioni – dichiarano i sindacalisti – perché limitarsi a registrare le differenze esistenti in termini di stabilità e garanzie è un esercizio abbastanza semplice, ma pericoloso. Tale atteggiamento tende ad allargare le spaccature, sottolineare le differenze e alimentare dissidi».

I sindacati

Il problema, secondo i sindacati, non risiede solo nelle differenze contrattuali, ma anche nella mancanza di una visione condivisa e nella scarsa volontà politica di trovare soluzioni reali. «Molto più complicato è tenere insieme le istanze di tutti e tutelare i diritti di ciascuno. Questo è un compito imprescindibile per il sindacato, ma che certa politica sembra considerare superfluo. Chi ha l’opportunità di dire la propria in un consesso importante come il consiglio regionale dovrebbe almeno impegnarsi per raggiungere un equilibrio verso l’alto, dei livelli di stabilità dei vari contratti aperti oggi nelle Terme di Santa Cesarea, come in qualsiasi altro posto di lavoro». La situazione attuale delle Terme di Santa Cesarea sarebbe il risultato di anni di gestione incerta e di mancanza di investimenti. Questo non solo avrebbe compromesso la stabilità finanziaria dell’azienda, ma ha anche messo a repentaglio la qualità del servizio offerto ai clienti.

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