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Mariarita Costanza, cofounder di Macnil: «Le donne devono crederci e abbandonare gli stereotipi»

«Le donne devono avere più fiducia in loro stesse. Sarò contenta quando tutti i giorni sarà la festa della donna». Mariarita Costanza, cofounder di Macnil, tra le più importanti aziende italiane di informatica, elettronica e telecomunicazioni con sede a Gravina di Puglia, in quella che è stata ribattezzata come “Murgia Valley”, non ama particolarmente l’8 marzo. Per lei è soprattutto il giorno del ricordo più che della festa.

Mariarita Costanza, che senso ha per lei questa giornata?

«La vivo come la data della memoria, in cui riflettere su quanta strada abbiamo fatto e da dove siamo partite che considero, comunque, sempre e solo un nuovo punto da cui iniziare».

Quanta strada c’è ancora da fare per la parità di genere?

«Tanta ma dobbiamo anche riconoscere quello che è stato fatto come società, non solo da parte delle donne. L’8 marzo è il giorno giusto per farlo. Ovviamente mi piacerebbe che non ci fosse più un giorno delle donne o degli uomini perché vorrebbe dire che ci siamo lasciati definitivamente gli stereotipi alle spalle».

Su cosa c’è ancora da lavorare?

«Sulle donne, ad esempio. Dobbiamo imparare ad avere più fiducia in noi stesse. Spesso ci poniamo limiti o paletti che provengono dal nostro retaggio culturale. Per cambiare questo, però, basta solo il tempo».

Lei è una donna di successo. Nel suo percorso è mai stata considerata inferiore a un uomo che ricopriva un incarico pari o inferiore al suo?

«No, non mi è mai capitato. Sono stata fortunata anche perché a un certo punto della vita ho fondato la mia società. Non ho dovuto fare “scalate” verticali ed è in quelle situazioni aziendali che purtroppo accade. Noi ci siamo imposti di non fare alcuna distinzione tra i dipendenti. Il genere non significa nulla».

Esistono differenze in questo tra le aziende del Sud e quelle del Nord?

«Sarei una bugiarda se dicessi di no. Meno rispetto al passato ma ci sono».

A cosa è dovuto?

«Al Nord c’è una densità di imprese più alta. C’è più confronto tra gli imprenditori. Qui siamo di meno e dialoghiamo poco. Però va detto che la situazione è molto cambiata rispetto al passato e ci sono importanti margini di miglioramento per il futuro. Non dobbiamo dimenticarci che dobbiamo lasciare un mondo migliore ai nostri figli e nipoti».

Cosa si sente di consigliare a una giovane donna che sta finendo gli studi e deve entrare nel mondo del lavoro?

«Di abbandonare gli stereotipi e di vivere senza preconcetti. Di non limitarsi nelle scelte perché le opportunità sono le stesse se solo ci prendiamo i nostri spazi. Se si è determinate è probabile che la meta venga raggiunta. Parte tutto dalla testa».

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