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Medici aggrediti, la lettera a Meloni: «Controlli a ingressi di ospedali e ambulatori»

Contro le violenze ai danni dei medici «controlli agli ingressi di ospedali e ambulatori, e utilizzare i fondi Pnrr per rendere le strutture sanitarie più sicure». È quanto chiede la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) alla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.

Il presidente Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari, sottolinea che «la lettera arriva al termine di un’estate “bollente” che ha visto ogni giorno almeno un’aggressione verso professionisti della salute finire sulle pagine dei giornali: ultime, solo nel fine settimana, le violenze al Cardarelli di Napoli, dove una specializzanda è stata schiaffeggiata, all’ospedale di Pozzuoli, verso un infermiere, a Barletta, con il sasso lanciato contro il virologo Fabrizio Pregliasco durante la premiazione di un suo libro».

Nella lettera Anelli esprime «in via ufficiale lo stato di disagio, di malessere, di impotenza e di sconforto che investe oggi la professione medica in particolare» evidenziando gli «ormai quotidiani, e purtroppo ultimamente concentrati nella regione Puglia che tanto calorosamente l’ha accolta negli ultimi giorni, episodi di violenza fisica e non solo verbale contro i medici da parte di pazienti o parenti degli stessi. Episodi che – prosegue il presidente della Fnomceo – si continuano a verificare nelle strutture sanitarie, nei pronto soccorso, nelle strutture di continuità assistenziale e anche presso le abitazioni di pazienti. Episodi che disegnano un clima di odio, di insoddisfazione, di aspettative deluse incompatibili con un’attività sanitaria realmente efficace che già sconta condizioni di esercizio professionale, sempre atteso dai medici con il massimo dell’impegno e della dedizione possibili, al limite della criticità».

Da qui la richiesta di intervento che riporti «dignità, serenità e sicurezza tra i professionisti sanitari» e che, dopo i provvedimenti legislativi fatti, dovrebbe ora essere svolto a livello organizzativo, anche con i fondi del Pnrr, introducendo sistemi di controllo all’ingresso delle strutture, così come avviene negli aeroporti o nelle sedi istituzionali, che impediscano di introdurre armi. E accorpando le sedi di guardia medica, in modo da non lasciare da soli i professionisti, che sono per la maggioranza donne, a svolgere i turni di notte o festivi.

«Ferma restando la necessità di una rivoluzione culturale – è quindi l’appello di Anelli – chiedo di attivare sistemi di controlli di sicurezza nell’accesso alle strutture sanitarie», utilizzando tale scopo «i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza dedicati al miglioramento delle strutture sanitarie».

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