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Regione Puglia, niente assessorato bis al M5s e i centristi possono tornare nel Pd

Il voto delle amministrative rimescola gli equilibri politici in Puglia soprattutto in vista delle regionali del 2025. Il nuovo bipolarismo emerso dalle urne, in particolare alle europee, con la polarizzazione dei voti fra Pd e Fratelli d’Italia, apre nuovi scenari in Puglia.

I Cinque Stelle

Il ritorno allo scontro fra due schieramenti rischia di mettere in crisi il cosiddetto “modello Emiliano”, cioè il campo largo, e rende meno agevole il paventato rientro in maggioranza dei Cinque Stelle. Il Movimento, infatti, ha registrato un tracollo alle amministrative di circa due milioni di voti in meno rispetto alle politiche del 2022. Alle comunali di Bari, inoltre, il Movimento ha raccolto meno del 6%, con Michele Laforgia uscito al primo turno nonostante l’appoggio del leader Giuseppe Conte. In questo quadro andranno rivisitate e corrette le condizioni poste dallo stesso Conte al governatore Emiliano, il patto di legalità e l’adozione di una serie di misure legislative in chiave anti-corruzione. Né è più ipotizzabile la richiesta di un secondo assessorato in vista del ritorno nel centrosinistra dei Cinque Stelle. Di più, il magro bottino elettorale, potrebbe indurre gli alleati, a partire dal Pd e dalle civiche, a porre veti sul rientro dei pentastellati Barone, Casili, Di Bari e Galante.

I calendiani

Un discorso simile potrebbe aprirsi per Azione, quasi azzerato dal voto delle europee insieme al pari di Italia viva. Anche qui i tre consiglieri pugliesi Amati, Mennea e Clemente saranno costretti a smussare le richieste e ad “addolcire” l’ultimatum avanzato prima del voto in Consiglio sulla mozione di sfiducia: legge anti-liste d’attesa, rotazione forzosa di dirigenti, capi dipartimento e direttori generali delle Asl. Senza contare che il tonfo di Azione e il divorzio da Italia viva stanno aprendo ragionamenti all’interno del gruppo pugliese. In particolare con il consigliere Amati, che non ha risparmiato critiche alla linea nazionale di Renzi e Calenda: possibile l’addio al Terzo Polo e il rientro alla “casa madre” del Pd.

I democratici

E a proposito di Pd, la pattuglia regionale, galvanizzata dal “fenomeno Decaro” e dall’ottimo risultato raccolto in Puglia, farà valere il successo negli assetti alla Regione Puglia. Sullo sfondo ci sono le regionali del 2025. Chi sarà il candidato alla successione di Emiliano? C’è chi dice che il governatore potrebbe succedere a se stesso sfruttando la carta del terzo mandato con o senza copertura della legge nazionale. Per altri il candidato naturale sarebbe proprio Decaro, considerando il plebiscito alle Europee. Ma sembra che il diretto interessato non voglia saperne e sia più attratto dal ruolo di segretario nazionale del Pd. Per ora, ha confidato a qualcuno, andrà a Bruxelles portando la voce del Sud. Quasi certamente con l’incarico di capogruppo dei socialisti.

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