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Rotazione dei dirigenti in Puglia, i medici di famiglia: «Così la sanità rischia la paralisi»

No alla rotazione dei dirigenti regionali, a cominciare dal capo del Dipartimento della Salute, proposta dai consiglieri pugliesi di Azione: a dirlo forte è chiaro è Antonio Giovanni De Maria, segretario della Fimmg, secondo il quale l’avvicendamento «rischia di vanificare mesi di confronto e di difficili ma costruttive trattative sulla riorganizzazione della sanità territoriale».

La proposta di Azione arriva dopo la bufera politica scatenata dalle inchieste della Procura di Bari su clan e politica, voto di scambio e appalti pilotati. Quella stessa proposta, però, giunge alla vigilia della sigla del nuovo accordo integrativo regionale che, secondo i medici di base, «segnerà un profondo potenziamento della sanità territoriale con evidenti ricadute in positivo in termini di servizi ai cittadini pugliesi». Di qui la necessità di scongiurare la rotazione dei dirigenti regionali che, sempre a parere della Fimmg, determinerebbe una situazione di immobilismo e danneggerebbe innanzitutto i pazienti. «Abbiamo lavorato a un miglioramento organizzativo della medicina generale – aggiunge De Maria – Abbiamo puntato a migliorare la qualità del servizio ai cittadini attraverso un potenziamento dell’offerta organizzativa, allargando la presenza dei collaboratori di studio, riducendo il carico burocratico sui medici che avranno più tempo per curare, potenziando l’assistenza domiciliare per gli obiettivi individuati dal Pnrr».

E poi: «Questo accordo nasce dopo innumerevoli incontri con il Dipartimento della Salute – prosegue De Maria – per individuare un modello di sanità territoriale che andasse ad impattare in positivo anche sulla appropriatezza prescrittiva e sulle liste d’attesa. Con la firma del nuovo accordo la Puglia sarebbe la prima Regione italiana a dotarsi di un modello di sanità territoriale nuova, organizzata, capace di intrecciarsi con i dettami del Pnrr».

Resta da vedere, adesso, quali saranno le mosse della Regione. La proposta di legge firmata da Azione è composta da un unico articolo e punta ad attuare il principio di rotazione dei dirigenti, limitando così il rischio corruttivo. Per questo, l’incarico di dirigente nello stesso servizio non potrà eccedere la durata perentoria di tre anni. Non saranno ammesse deroghe al principio di rotazione, se non per il tempo massimo e non prorogabile di 30 giorni, nel limite del 10% della dotazione organica dei dirigenti in servizio e per eccezionali fattori organizzativi puntualmente motivati. Le scelte sui capi di Dipartimento sono attese nella seduta di giunta regionale del 20 maggio.

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