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Social card, Loredana Capone: «Per sconfiggere la povertà non bastano 380 euro una tantum»

«Cosa può fare oggi la politica per garantire il benessere dei cittadini? Quali sistemi di protezione sociale possono intervenire? Quali possono rispondere alla sfida primaria della lotta alla povertà? Dobbiamo chiederci se le misure che stiamo mettendo in campo sono sufficienti, se l’autonomia contrattuale basta». Così la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, durante il convegno “Il sistema di protezione sociale e l’autonomia collettiva”, che si è tenuto stamattina nell’Aula magna “Aldo Cossu” dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, in occasione delle celebrazioni per i 125 anni dell’Inps.

Capone ha ricordato che ieri, in Commissione parlamentare, la maggioranza di Governo si è astenuta sulla proposta delle opposizioni di introdurre il salario minimo. «Ho negli occhi lo sguardo di tutte le persone che ogni giorno ci chiedono di essere tutelate: sono i rider, i vigilanti dei musei che guadagnano 4,80 euro l’ora. Come si fa in queste condizioni a parlare di futuro? Se a stento si riesce a garantire la soglia della sussistenza? Come possiamo venire incontro a queste esigenze? Con la soppressione del reddito di cittadinanza sostituito da 380 euro una tantum della social card che peraltro esclude single, coppie e anziani? Può davvero una misura così rappresentare uno strumento di lotta alla povertà?», ha chiesto la presidente del Consiglio regionale pugliese.

«Di fronte a problemi complessi occorre agire su tutti i fronti – ha sottolineato -: con le misure dell’Inps, ma anche attraverso interventi nazionali e regionali che riducano le disuguaglianze tra i cittadini. È certo che il disagio esiste ed è più diffuso di quanto si pensi e a questo disagio le Istituzioni devono provare a rispondere. Bisogna preparare il domani, perché se ci limitiamo alla mera assistenza tutto è destinato a rimanere così com’è», ha concluso Loredana Capone.

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