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Botte, rapina ed estorsione a un albergatore tarantino: arrestato anche il sesto uomo

I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Taranto hanno arrestato stamattina l’ultimo dei sei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale del capoluogo jonico su richiesta della Procura della Repubblica, eseguita alle prime ore di ieri, a carico di altrettante persone, accusate, a vario titolo, di estorsione, rapina aggravata e lesioni personali, nei confronti di un albergatore del litorale ionico (zona di San Pietro in Bevagna). Si tratta di un 25enne incensurato di Manduria.

Nel pomeriggio dello scorso 24 giugno, tre degli indagati (tra cui il giovane arrestato oggi), armati, due di pistola ed il terzo di un’arma bianca, e vestiti da netturbini, probabilmente per dare meno nell’occhio dato l’orario, avrebbero fatto irruzione nell’abitazione della vittima, mentre quest’ultima riposava, minacciando l’albergatore e facendosi consegnare monili e denaro contante dal valore complessivo superiore ai 50mila euro.

L’albergatore, approfittando di un momento di distrazione degli indagati, avrebbe provato a fuggire, ma sarebbe stato subito raggiunto, scaraventato a terra e colpito ripetutamente con calci e pugni, riportando proprio per questa ”brutale aggressione” condotta con ”modalità estremamente violente”, come scrive il gip nell’ordinanza, la frattura del polso.

L’indagine è stata svolta, dal giugno 2022, con metodi classici, quali ascolti di testimoni, servizi di osservazione ed individuazioni fotografiche, effettuate grazie anche all’analisi dei profili social dei presunti autori, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Taranto.

L’arrestato avrebbe partecipato alla rapina, caratterizzata, come espresso nell’ordinanza del gip, da ”estrema brutalità”, ”in pieno pomeriggio all’interno di una struttura ricettiva ove gli esecutori potevano facilmente imbattersi in ospiti dell’albergo e nel personale di servizio creando così un gravissimo pericolo per l’incolumità degli stessi”.

Tre dei sei arrestati avrebbero, prima dell’episodio, frequentato la struttura ricettiva come lavoratori dipendenti, “venendo a conoscenza delle abitudini dell’imprenditore”, per poi essere allontanati da quest’ultimo per i loro precedenti penali. Gli stessi, in possesso delle chiavi dello stabile, avrebbero avuto un ruolo chiave nel furto di 6 casse di un sistema di amplificazione, dall’ingente valore economico, perpetrato alla metà del mese di giugno nell’albergo. L’impianto audio sarebbe, poi, stato restituito, con la dinamica del classico ‘cavallo di ritorno’, a seguito del pagamento di un’importante somma di denaro, durante un incontro programmato qualche giorno dopo. Quanto agli arrestati, gli stessi, già noti alle forze dell’ordine, sono ritenuti nell’ordinanza in possesso “di un’allarmante propensione a rendersi responsabili di gravi condotte criminose ed inseriti in più ampi e pericolosi circuiti delinquenziali”.

Uno degli indagati, in particolare, avrebbe partecipato alla rapina mentre si trovava in permesso premio dal carcere nel quale era ristretto.

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