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Ex Ilva, la denuncia di Bonelli: «Cinque prescrizioni Aia non rispettate. A Taranto salute calpestata»

«Oggi, 23 agosto 2023, è scaduta l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e le prescrizioni risultano ottemperate, tranne cinque sulle quali il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha autorizzato con il decreto del 10 agosto 2023 le soluzioni alternative e compensative proposte da Acciaierie d’Italia». Ne dà notizia il co-portavoce nazionale di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, spiegando che «si tratta di prescrizioni molto importanti per la tutela della salute dei dipendenti e degli abitanti di Taranto che verranno disattese, cioè il certificato prevenzione incendi, la bonifica dell’amianto e gli scarichi delle acque meteoriche tanto per citarne alcuni».

Lo stabilimento ex Ilva di Taranto, afferma Bonelli, «continuerà a operare senza il certificato prevenzione incendi a dodici anni dalla prima Aia mentre qualunque officina sarebbe chiusa se non lo avesse. È inaccettabile e si configura il solito favore a una multinazionale».

Il co-portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra fa notare «che a prescrizioni attuate non dovranno più esserci emissioni diffuse e fuggitive, visto che molte prescrizioni consistevano proprio in interventi per convogliare i fumi nei camini. Non si comprende – continua – come mai le centraline Arpa registrino picchi di benzene, se gli impianti sono stati messi a posto. Infatti nella notte tra il 31 luglio e l’1 agosto è stato registrato un picco di benzene che ha toccato il valore di 85 microgrammi per metro cubo, dato confermato dall’Arpa che l’attribuisce alla cokeria, uno degli impianti dell’ara a caldo».

Ad agosto, ricorda Bonelli, «si sono verificati altri picchi e il direttore dell’Arpa Puglia, Vito Montanaro, ha dichiarato al Tg3 Puglia che “la situazione è in peggioramento”, come dimostra il fatto che nel 2022 la centralina di via Orsini ha registrato cento eventi e invece quest’anno fino al 15 agosto siamo già arrivati a 135».

L’Aia, dunque, continua l’esponente dei rossoverdi, «risulta attuata sulla carta, ma non lo è nei fatti. Intanto si riunirà la conferenza dei servizi per il rinnovo e i lavori potrebbero andare avanti per anni. La durata dell’Aia è di dieci anni, tranne che per i siti registrati Emas (sedici anni) e per quelli certificati Iso 14001 (dodici anni), in funzione incentivante dei sistemi di gestione ambientale. Ilva ha Iso 14001. Acciaierie d’Italia ha chiesto di riavviare Afo5 e varie batterie, quindi punta a raddoppiare la produzione con il carbone e con la plastica – dice ancora -. Quindi si continuerà a produrre con il carbone per dodici anni, uno scandalo».

«Va fatta una valutazione del danno sanitario prima di autorizzare alcunché e le procedure di rinnovo devono svolgersi in tempi ragionevoli. Perché se si continua a procrastinare le prescrizioni la salute, come sempre, sarà calpestata a Taranto», conclude Bonelli.

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