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Taranto, su lo stipendio alla capo di gabinetto: nuova bufera sul sindaco Melucci

Dopo il bilancio approvato in Provincia grazie ai voti del centrodestra e la stampella offerta in Consiglio comunale dall’ex feroce opposito Luigi Abbate, si alza una nuova bufera sul sindaco e presidente della Provincia Rinaldo Melucci. Dai banchi degli ex alleati, oggi all’opposizione, si lamenta l’aumento di stipendio alla capo di gabinetto del Comune, avvocata Greta Marraffa. Con la delibera 72 del 1 marzo la Giunta ha elevato il compenso alla capo di gabinetto equiparandolo alla retribuzione tabellare prevista per i dirigenti.

«Una decisione discutibile», tuonano i consiglieri Gianni Liviano, Enzo Di Gregorio, Lucio Lonoce, Luca Contrario ed Antonio Lenti. «Vale la pena di rilevare, al solo fine di cronaca, che l’attuale capo di gabinetto, nell’arco di pochi mesi è passata dal ruolo di staffista, a quello di funzionario in Provincia a quello di capo di gabinetto del Comune di Taranto, fino a riscuotere oggi lo stesso stipendio di dirigenti vincitori di concorso e con notevole esperienza», scrivono in una nota.

«Da un lato l’amministrazione invia cartelle esattoriali a persone ammalate e in difficoltà economica chiedendo esosi pagamenti ai pazienti destinatari di servizi domiciliari adi e sad e invia lo sfratto esecutivo a quattro anziani che sperimentano un’esperienza di cohousing in un immobile di proprietà comunale, dall’altro si aumenta il compenso al capo di gabinetto. Melucci continua a sorprenderci per la gestione personalizzata e privatistica che ha della cosa pubblica. Sottoporremo alla Corte dei Conti la valutazione della legittimità di questa decisione che, ripetiamo, noi riteniamo inaccettabile».

Sarcastici anche i commenti della consigliera comunale di Con Stefania Fornaro e della vice presidente regionale del Pd Francesca Viggiano. «In un momento come questo in cui la macchina amministrativa avrebbe bisogno di altro personale, in cui la città e le imprese chiedono aiuto, vengono previsti aumenti di stipendio al neo capo di gabinetto e lo si equipara alla retribuzione tabellare prevista per i dirigenti. Non c’è esperienza per giustificare tale decisione. Provai, in occasione del bilancio, a proporre un emendamento per aiutare le attività commerciali e fui sonoramente ripresa e tacciata», dice Fornaro.

«Circa 4mila candidati hanno partecipato al concorso della Provincia per cinque posti. Madri, padri di famiglia, ragazze e ragazzi che non vogliono andar via dal territorio o vogliono farvi rientro. E poi ci sono le eccezioni. Ci sono quelle e quelli a cui la scalata viene agevolata, certamente per meriti, e viene loro anche adeguato il compenso a quello dei dirigenti. L’occhio di Abbate queste cose non le vede più. Pensavo si fosse già superato il limite ma, evidentemente, la strada della decenza è ancora lunga», aggiunge Viggiano.

E sulla tenuta della maggioranza in Consiglio comunale, secondo Francesco Falcone di Con, che ieri ha incontrato vertici regionali, emiliano in testa e coordinatori del movimento al teatro Tarentum, «la maggioranza non ha i numeri nonostante l’ingresso del consigliere Abbate, al punto che il sindaco deve stare in aula».

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