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Verso la costituzione di una scuola della Protezione civile in Puglia: approvato il regolamento

La Puglia sta per dotarsi di una scuola regionale di Protezione civile. La sesta Commissione consiliare, presieduta dal consigliere Donato Metallo, ha approvato il regolamento per l’istituzione di una struttura in grado di formare persone chiamate a operare come “sistema” e non come singolo.

Alla seduta della Commissione ha partecipato, oltre al presidente del Comitato regionale di Protezione civile, Maurizio Bruno, anche il direttore del dipartimento, Nicola Lopane, che ha sottolineato come sia «molta la strada che resta da fare e che può essere sintetizzata nell’acquisizione della consapevolezza che la Protezione civile funziona se viene vissuta da ognuno come dovere civico».

L’ultimo “alert” per il maremoto in Turchia e che ha allarmato per buona parte della notte tutte le regioni della costa adriatica, è stata presa ad esempio per indicare le lacune di un sistema. «Fortunatamente – ha detto Lopane – l’allarme è cessato senza che potessero verificarsi condizioni che rendessero necessario l’intervento: l’abbiamo quindi metabolizzata come una grande esercitazione che ha messo in luce problemi sui quali intervenire».

Se la normativa dice che l’allarme per il rischio deve essere comunicato via fax, mail o telefono, ad esempio, procedere in questo senso esaurisce la responsabilità della fonte. Ma cosa succede se è notte e nei Comuni nessuno risponde? E se accade dopo le 14 del venerdì, chi guarderà la segnalazione di rischio prima del lunedì mattina? Ecco che si manifesta la considerazione che la Protezione civile, ad ogni livello, non può conoscere orari di lavoro, né fine settimana, né festività. E infatti sono stati moltissimi, in questa imprevista esercitazione, i Comuni che non è stato possibile contattare, i numeri telefonici superati, gli indirizzi mail cambiati e non comunicati. Cosa sarebbe accaduto se l’allarme maremoto non si fosse trasformato in una “esercitazione”? Ci saremmo accontentati di sapere che le procedure previste erano state esperite e che le “carte” erano a posto?

La scuola avrà dunque il compito di formare i “volontari del domani”, così come gli amministratori, che gli eventi più terribili sono in realtà “esercitazioni” che non restano tali e che durante le quali tutti, anche il singolo cittadino, deve essere informato per sapere come comportarsi.

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