Home Salute Oculisti e ortopedici, Lecci: «Contro la mafia sbagliano a inviare specialisti»

Oculisti e ortopedici, Lecci: «Contro la mafia sbagliano a inviare specialisti»

Non ama parafrasi. Claudio Lecci, già dirigente superiore della Polizia di Stato, consulente Rai e presidente della Fondazione Pasquale Soccio, usa esempi ficcanti per spiegare la questione. «Se continuano a mandare medici specialisti oculisti ai reparti di ortopedia sempre medici sono arrivati ma i pazienti restano con le gambe rotte».

Poi continua: «I nuclei speciali giunti a Foggia, oltre ad avere un costo altissimo per le casse statali, fanno “controllo del territorio”, militarizzandolo con una suggestiva visibilità ma senza spostare di un millimetro l’arroganza violenta della criminalità, compito che viene affidato al pronto intervento delle volanti e a quelle investigative della squadra mobile, che attualmente sono sotto organico».
«La ministra Lamorgese dovrebbe farsi mandare i mattinali della questura di Foggia e dei commissariati della provincia, da dove si evince chiaramente come tante fasce orarie risultano scoperte dalle volanti. A Manfredonia: un commissariato da primo dirigente è senza la volante in molti turni per mancanza di uomini. San Severo, commissariato con il lavoro di una questura, è piena di agenti in posti di controllo ma senza il pronto intervento».
In pratica Lecci spiega come una scarsa informazione sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità locale spinga le autorità a prendere decisioni sbagliate. «In Capitanata da diversi anni la scelta del Prefetto ricade su una figura con competenze comprovate in pubblica sicurezza. Ma può essere mai che se arriva nella sua provincia la ministra, cioè uno dei soggetti che lui rappresenta, il Prefetto possa sconfessarla?».
Un’impressionante escalation di violenza e criminalità è in atto dall’inizio del nuovo anno nella provincia di Foggia: auto incendiate, bombe e rapine ad attività commerciali, intimidazioni e minacce a politici e imprenditori, risse e accoltellamenti per strada sono ormai all’ordine del giorno. «E lo Stato dov’è?», si chiede Lecci. «Il giudice Giovanni Falcone asseriva in che la mafia si fa Stato dove lo Stato è assente. Ma a Foggia il 17 gennaio scorso lo Stato ha fatto sentire forte la sua presenza con la visita della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che sottolineava i risultati operativamente incoraggianti delle forze dell’ordine, affermando che lo Stato c’è e ci sarà. Ma ci siamo con le nostre divise, ora bisogna aiutare a denunciare. Dobbiamo vincere questa partita, e sicuramente la vinceremo».
In quell’occasione la ministra ha rassicurato i cittadini promettendo l’invio di nuovi poliziotti, il potenziamento sia del reparto prevenzione crimini che di gruppi specializzati e rinforzi anche per l’attività giudiziaria, con l’ampliamento della pianta organica ordinaria che prevederà delle unità in più di personale amministrativo. «Peccato che finora nulla pare essere cambiato o forse si, l’aumento degli episodi criminosi. La ministra Lamorgese se ne approfitta dell’ignoranza dei politici, della cattiva fede dei contigui e della pazienza del popolo martoriato»., sostiene Lecci. Secondo l’ex dirigente superiore di Polizia, anche il Questore, come il Prefetto, deve dire da copione «che si sta facendo il massimo sforzo, che aumenterà l’impegno e si è tutti molto orgogliosi dei risultati ottenuti nella lotta al crimine. Anche se la realtà è ben diversa e forse quando saranno in pensione potranno rivelarla».

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