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Il doppio ex Di Gennaro: «L’Hellas fa calcio vero. Bari ancora in costruzione»

Grazie al passaggio del turno ottenuto battendo nettamente il Padova nel turno preliminare di Coppa Italia, il Bari si è qualificato al turno successivo della manifestazione, dove incontrerà l’Hellas Verona nel match del 7 agosto alle 18:00. Rispetto alla precedente partita, contro gli scaligeri sarà un test decisamente più duro poiché i biancorossi affronteranno una squadra della massima serie.

A commentare l’avvicinamento alla gara di domenica pomeriggio al Bentegodi è Antonio Di Gennaro, doppio ex per eccellenza della sfida tra veneti e pugliesi: «Sono nato a Firenze e cresciuto nella Fiorentina, con cui ho trascorso dodici anni tra giovanili e prima squadra facendo il mio ingresso nel calcio che conta. I sette anni trascorsi a Verona (con cui ha vinto uno storico Scudetto) e i tre con la maglia del Bari (con cui vinse la Mitropa Cup) hanno fatto sì che sviluppassi un legame particolare con queste due piazze. Insieme a Firenze, Verona e Bari rappresentano le tappe più importanti della mia carriera e della mia vita».

Il match a eliminazione diretta contro i gialloblù sarà un banco di prova importante per gli uomini di Mignani: «Parliamo di una squadra che negli ultimi anni, prima con Juric e poi con Tudor ha fatto calcio vero e ha valorizzato parecchi giocatori. Sulla carta sono loro i favoriti, anche se la società sembra stia un po’ smobilitando, vendendo alcuni pezzi pregiati. Stanno cambiando molto e devono anche loro completare la rosa. Hanno un nuovo allenatore (Cioffi ndr) che ha metodi diversi rispetto a Juric e Tudor, ma si tratta comunque di una compagine di Serie A che nelle ultime tre stagioni è arrivata nona (due volte) e decima e dunque ha uno spessore diverso».

Di Gennaro è rimasto favorevolmente impressionato dal 3-0 rifilato dai galletti ai biancoscudati: «Il Bari ha fatto vedere buone cose col Padova. L’organico è ancora in fase di costruzione ma mentalmente deve essere una partita in cui provare a giocarsi la qualificazione. Che passi il turno o meno, però, la squadra deve pensare al campionato che è l’obiettivo primario». A colpire Dige sono stati in particolar modo alcuni elementi: «Da quello che si è visto mi sembra che Botta sia tornato quello dell’inizio della scorsa stagione. Un calciatore che sposta gli equilibri, che dà qualità. Cheddira ha fatto due gol, mi sembra un buon inizio per un attaccante. Mi sono piaciuti anche Folorunsho e la difesa che non ha subito gol. Buono anche il debutto del nuovo portiere Caprile. In attesa che venga completato l’organico mi sembra ci sia già un buon mix tra giovani e più esperti. La partita col Padova ha dato buone indicazioni: è una squadra di C che ha giocato la finale playoff contro il Palermo poi promosso. Quello che conta è farsi trovare pronti quando si inizierà a fare sul serio, il 12 agosto contro il Parma. Mi auguro che questa partita possa dare ulteriori indicazioni dal punto di vista della qualità e della crescita dei nuovi».

Il mercato biancorosso ruota soprattutto intorno alla ricerca di un attaccante di peso, ma il centravanti non è il solo nodo da sciogliere per Polito. Su cosa manchi ancora ai biancorossi a livello di organico, Di Gennaro ha le idee chiare: «L’attaccante è una priorità a detta di tutti, anche dello stesso Polito. Credo che poi serva un’alternativa a Pucino a destra, un altro centrale perché Bosisio potrebbe andar via in prestito. C’è bisogno anche di un altro play che possa dare il cambio a Maiello perché Maita, Benedetti, D’Errico, Folorunsho e Bellomo hanno caratteristiche diverse. Un regista di riserva darebbe ancora più spessore al centrocampo, con tutto il rispetto per gli interpreti che nella cavalcata dell’anno scorso sono stati fondamentali».

Finora da parte della società c’è stato un atteggiamento moderatamente prudente rispetto ai proclami sull’obiettivo stagionale, e di recente la Figc ha prorogato alla stagione 2028-2029 il limite per le multiproprietà: «Lo scenario in un certo senso è cambia perché c’è stato un aumento della tempistica, come chiedevano i De Laurentiis. Ora ci sono sei anni per capire il da farsi. Nulla toglie, però, che quest’anno il Bari possa già essere protagonista. Lo ha detto il presidente e lo dice la storia, il Bari non può essere un comprimario. Tuttavia sappiamo che sulla carta ci sono squadre forti, mi riferisco in particolar modo a chi è sceso dalla Serie A. È pur vero che non c’è una regola, penso al Parma dell’anno scorso che era appena retrocesso e pure a fronte di investimenti importanti non è arrivato nemmeno ai playoff. La pianificazione ci deve essere, ma non è detto che non si possa fare un pensiero alla promozione già quest’anno. Nel calcio niente è scontato: se la rosa dovesse essere completata con gli innesti giusti il Bari potrà dire la sua, come vorranno dirla Cagliari e Genoa che provengono dalla Serie A. Ai galletti non manca nulla, come del resto al Palermo. Sono piazze consapevoli che il loro livello è di Serie A. Il nuovo limite dà la possibilità di lavorare meglio in prospettiva di un’eventuale vendita che sia del Napoli o del Bari».

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