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La storia di Gonzalez, giovane talento entrato nelle grazie di Baroni e dei leccesi

(foto Ansa/Abbondanza Scuro Lezzi)

La fiducia e la voglia di vincere. Il Lecce scrive un altro capitolo di calcio sano, fatto di gente dedita a sudare, così guadagnandosi la stima, lontana dagli eccessi della pedata moderna, che anche nel Mondiale in corso trovano humus fertile.

Mentre telecronisti logorroici e commentatori inutili esaltano giocate della competizione qatariota che si effettuavano anche all’oratorio, mentre pseudo-divinità del pallone si accigliano per i falli subìti, dimentichi di un “certo” Maradona che in silenzio prendeva le botte, mentre si attendono sviluppi dell’inchiesta giudiziaria sulla Juventus, nel capoluogo salentino si prolunga sino al 2027 il contratto del ventenne Joan Gonzalez, centrocampista che era legato al Lecce fino al 30 giugno prossimo.

Tutto molto semplice: il Lecce scova un giovane talento e lo valorizza. In conferenza stampa, lo spagnolo ha riferito d’essere felice per la fiducia ricevuta dal club e di voler ripagarne la stima. È passato in punta di scarpini dalla compagine “Primavera” alla prima squadra del Lecce, è subito divenuto titolare nello scacchiere di mister Baroni. Si definisce un ragazzo molto tranquillo, a cui piace stare con gli amici, studia amministrazione d’impresa. E segue i consigli di Baroni per diventare un campione. Sul pressing in primis: «Sono un ragazzo che sempre vuole avere la palla, quindi quando la squadra non ha la palla cerco di prenderla subito, ma magari qualche volta dobbiamo aspettare, stare tutti ordinati e farlo meglio».

La pausa del campionato non preoccupa Gonzalez: «Abbiamo finito la prima parte della stagione molto bene, quindi forse questa fermata ci ha tolto un po’ il percorso che stavamo facendo, avevamo vinto due partite, pareggiato una a Udine, ma ritorniamo con forza, con lo stesso spirito, provando a cominciare vincendo contro la Lazio a casa».

Sobrio giovanotto, il catalano giallorosso, che riflette la essenzialità della squadra di Baroni. La conferma è in un’osservazione circa il possesso palla, altra ossessione del calcio moderno, considerandola vittoria del Marocco sulla Spagna: «Non serve tanto avere la palla se non a provare a fare i massimi tiri». Il Lecce, però, per compiere i “massimi” tiri, cioè quelli in porta, ha faticato non poco. Gonzalez è l’unico centrocampista del Lecce che ha segnato. Ma la scarsità di gol sembrerebbe acqua passata: «Penso che prima, in campionato, era un tema di tutta la squadra che aveva difficoltà ad arrivare in porta, non mi concentrerei tanto sui centrocampisti. Si è visto che adesso stiamo migliorando, stiamo facendo più gol, quindi questo è quello che conta». La parabola di un ragazzo talentuoso e serio nella favola di una squadra coi piedi per terra. Un calcio d’altri tempi.

Il Lecce proverà a confermare la propria natura soprattutto il 23 dicembre, quando sarà di scena in amichevole in casa dell’Udinese, alle 15.30. Qualche giorno dopo, forse disputerà anche una partita contro una squadra straniera. Dopodomani giocherà in amichevole contro la squadra “Primavera”, a San Pietro in Lama. Il centrocampista Askildsen, che era stato interessato da un virus influenzale, si è allenato di nuovo in gruppo. A parte lavorano ancora Bistrovic e Dermaku.

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