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Crac Fusillo, Banca Popolare responsabile civile nel processo

La Banca popolare di Bari sarà responsabile civile nel processo sul crac delle società Fimco e Maiora del gruppo imprenditoriale Fusillo di Noci.

Lo ha stabilito il Tribunale di Bari, presieduto da Rosa Calia Di Pinto, andando così in controtendenza (con una decisione, di fatto, opposta) verso l’altro collegio dello stesso Tribunale, chiamato a pronunciarsi sulla medesima questione nel processo agli ex amministratori della banca.
In questo caso i giudici hanno ritenuto che la mancata notifica alla banca, durante le indagini, di un accertamento tecnico irripetibile, relativo alla estrapolazione della copia forense di apparecchi informatici, non abbia leso il diritto di difesa perché l’esito di quegli accertamenti sarebbe stato ritenuto dalla Procura “irrilevante ai fini della prova dei fatti contestati” e quindi eliminato dal fascicolo del dibattimento. Nell’altro processo, invece, gli accertamenti irripetibili fanno parte del fascicolo e la Banca Popolare di Bari è stata quindi estromessa dalla responsabilità civile.
Per il crac Fusillo, quindi, l’istituto di credito si costituirà nella doppia veste di responsabile civile e parte civile per il solo danno all’immagine. Nel processo sono imputate quattordici persone, tra le quali Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale della Popolare di Bari, otto imprenditori e altri ex dirigenti dell’istituto di credito, tra i quali l’ex ad Giorgio Papa.
I reati sono quelli di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio relativi al crac delle sue società del gruppo imprenditoriale Fusillo di Noci.
In base alle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore Roberto Rossi e dal sostituto Lanfranco Marazia, gli imprenditori, con la complicità dei vertici della banca, avrebbero dissipato i beni aziendali con cessioni di quote e immobili per almeno 93 milioni di euro fino al 2019 e accumulato debiti stimati in circa 430 milioni di euro.

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