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G7 Matera, scoppia la polemica tra i commercianti: «Attività senza incassi nel weekend»

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«Credo che l’organizzazione di questo evento sia stata pessima», così Piero Manicone, titolare di un bistrot in via del Corso. Ieri pomeriggio, a chiusura del G7 Pari opportunità che per tre giorni ha acceso i riflettori sulla città, i commercianti hanno tirato le somme. Alcuni hanno lamentato le perdite subite a causa delle disposizioni di chiusura degli esercizi commerciali, per garantire la sicurezza, altri si sono detti soddisfatti anche se solidali nei confronti dei colleghi che hanno dovuto chiudere.

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Non manca tuttavia l’ottimismo tra chi ha dovuto abbassare la saracinesca. Piero Manicone racconta la sua esperienza tra una telefonata e un saluto alla gente che entra e che esce. Il suo locale è molto frequentato, anche da vip e artisti. Vi ha fatto anche sosta, dice «un delegato del G7 che ha ordinato un cocktail rivisitato con spezie locali che ho inventato per il regista del film su 007». «A differenza dei tre quarti dei miei colleghi – evidenzia Manicone – io ho lavorato molto bene. Ho avuto un record di incassi. Ma semplicemente in economia si chiama quasi rendita: è come quando tu vendi le uova e a quello che sta a fianco a te gli si brucia il tendone. Io ho lavorato di più perché tutti i miei colleghi hanno chiuso, semplice. Fermo restando che la sicurezza va garantita, credo che l’organizzazione di questo evento sia stata pessima: ci hanno detto di togliere i dehors due giorni prima che l’evento iniziasse, e se l’avessero detto a me non penso che l’avrei fatto. Hanno cambiato un sacco di volte le ordinanze, determinando per noi commercianti e per i turisti un disastro perché la gente si è ammassata in quelle poche attività aperte».

L’igiene

«Qui ci sono 24 buste di immondizia ammassate», dice, aprendo la porta del bagno in fondo al locale e vicino al camerino del personale per mostrarle. «Penso -evidenzia ancora Manicone – di rappresentare tutti i commercianti che avendo chiuso hanno diritto a un indennizzo perché è venuto meno il primo articolo della nostra Costituzione, il diritto al lavoro. Molti turisti poi si sono lamentati di non aver potuto visitare Sasso Caveoso perché era difficile arrivarci. E tutti i ristoranti lì hanno lavorato male». Soddisfatto per gli incassi e allo stesso tempo solidale con gli altri esercenti il titolare di una storica pasticceria di Matera, sempre in centro, a pochi metri da piazza Vittorio Veneto.

«Capisco il loro disagio perché chiudere delle attività durante un fine settimana in una città come questa significa enormi perdite. Per non parlare che hanno dovuto pagare di tasca loro lo smontaggio del dehors. Il sindaco ha detto che bisognava considerarlo un piccolo sacrificio per Matera, ma i commercianti ne fanno già tanti». «Ho venduto pochi souvenir e non potrò compensare con le vendite dell’altro negozio, di mio fratello, perché in zona di chiusure», si sfoga un altro esercente. Non manca chi vede il bicchiere mezzo pieno. È il caso di una boutique: «nessun incasso. Noi siamo stati chiusi», dice l’addetta alle vendite «Siamo però contenti dell’ulteriore visibilità che il G7 ha dato a Matera. Siamo pronti a riaprire, i turisti sono qui» conclude ottimista.

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