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I sindacati sulla linea Ferrandina-Matera: «Senza interventi infrastrutturali collaterali, siamo di fronte a una cattedrale nel deserto»

«L’aggiudicazione dei lavori per la progettazione esecutiva e la realizzazione della nuova linea Ferrandina – Matera La Martella da parte di Rete Ferroviaria Italiana, è senz’altro una buona notizia che aspettavamo da tempo. Tuttavia non possiamo esimerci dal sottolineare che il solo completamento del raccordo ferroviario Ferrandina-Matera, senza una serie di interventi infrastrutturali collaterali di collegamento, rischiano di vanificare l’intero progetto». È il pensiero espresso dai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Matera, Fernando Mega, Giuseppe Bollettino e Bruno Di Cuia dopo che Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, ha aggiudicato i lavori per la progettazione esecutiva e la realizzazione della nuova linea Ferrandina – Matera La Martella all’impresa ICM con progettisti Proger, Rocksoil e Ingegneria del Territorio. L’appalto ha un valore di 308 milioni di euro, finanziati anche con i fondi del Pnrr, e vede l’avvio dei lavori previsto entro la fine dell’anno e l’attivazione entro il 2026.

I segretari hanno evidenziato l’importanza del prolungamento verso la dorsale adriatico-jonica Bari-Taranto. «Si tratterebbe di una traiettoria infrastrutturale intelligente di collegamento tra le diverse zone industriali di Tito, Potenza, Valbasento, La Martella e Jesce e di queste con le direttrici ferroviarie tirreniche e adriatica, con il porto di Taranto, Salerno, Bari e Brindisi, necessaria a sostenere lo sviluppo industriale e merceologico lucano». A detta dei segretari solo l’apertura all’asse ferroviario Bari-Taranto, eliminerebbe «l’isolamento della provincia di Matera realizzando i collegamenti indispensabili perché la Basilicata diventi realmente una regione di cerniera tra la Campania, la Puglia e la Calabria. In caso contrario, il mancato allungamento della tratta ferroviaria Ferrandina-Matera alla dorsale adriatica resterebbe un’opera parziale, l’ennesima cattedrale nel deserto».

Per Cgil, Cisl e Uil il completamento del raccordo ferroviario Ferrandina-Matera e il suo proseguo verso la dorsale adriatica, dunque, risolverebbe l’isolamento storico della città di Matera e la sua Provincia che dura da 150 anni; creerebbe un collegamento diretto da Potenza a Bari (via Ferrandina – Matera – Gioia del Colle); costituirebbe un impulso ai settori produttivi agevolando la circolazione nazionale di persone e merci; favorirebbe il comparto del turismo provinciale e dell’intera Basilicata; metterebbe in collegamento cinque importanti Zone Industriali della Basilicata (Tito Scalo, Potenza, Val Basento, La Martella, Jesce) e di queste con le direttrici ferroviarie e con i porti del Tirreno, dello Jonio e dell’Adriatico ;  inserirebbe la città di Matera nel circuito nazionale e internazionale, legando il Tirreno all’Adriatico, ponendo la città di Matera in una posizione centrale e privilegiata all’interno del Mezzogiorno d’Italia”.

I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno poi smorzato pertanto i toni trionfalistici del ministro Salvini: «Senza gli interventi infrastrutturali connessi e da noi da tempo richiesti – hanno concluso – gli intenti annunciati restano solo parole».

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